Fugge dalla famiglia per evitare le nozze combinate. Sardone: "Le femministe mute"

Giovanissima pakistana ha scelto di lasciarsi alle spalle la famiglia di origine per evitare di contrarre un matrimonio combinato da padre fin da quando aveva 13 anni

Fugge dalla famiglia per evitare le nozze combinate. Sardone: "Le femministe mute"
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Nell'Italia del 2024 esistono ancora storie di matrimoni combinati dalle famiglie, di minorenni promesse in sposa. In molte famiglie straniere che stanno mettendo le radici nel nostro Paese, questa è la normalità, frutto della tradizione che importano in Italia ma che non può e non deve trovare spazio in Occidente. L'ultimo caso arriva da Seregno, uno dei tanti centri dell'hinterland milanese in cui sta crescendo esponenzialmente la popolazione, dove un giudice ha dato ragione a una giovanissima pakistana che ha preferito vivere in una casa famiglia, proseguire gli studi e vivere "all'occidentale" piuttosto che sposare in Pakistan un cugino al quale il padre l'aveva promessa in sposa quando aveva appena 13 anni.

Con la famiglia aveva già effettuato numerosi viaggi nel Paese mediorientale, come riporta il Corriere della sera, il sarto aveva già preso tutte le misure necessarie per la cerimonia ma lei si è opposta. Nata in Pakistan, ma residente a Seregno fin dalla tenera età, la ragazza si è perfettamente integrata nella società e oggi vive in una comunità protetta, dove studia per conseguire il diploma di scuola superiore. Ha firmato per la permanenza volontaria all'interno di quella struttura fino al 21esimo anno di età, quando dovrà iniziare la sua vita indipendente, lontana dalla famiglia che ora è accusata di "tentata induzione a contrarre matrimonio". Ne dovranno rispondere davanti al giudice di Monza i genitori e un fratello maggiore.

L'iter giudiziario di questa vicenda non è stato semplice, perché c'è stata un'iniziale richiesta di archiviazione da parte della procura, e solo a fronte dell'opposizione dell'avvocato della giovane si è potuto procedere con l'imputazione coatta. Tutto nasce dalla segnalazione da parte della scuola frequentata dalla giovanissima, che a 13 anni compiva atti autolesionistici. "È sofferente e preoccupata per la decisione presa dai propri genitori di farle sposare un suo cugino di 21 anni", riferiscono gli insegnanti. A quel punto è iniziato l'iter di accertamento anche tramite i servizi sociali. Prima, da parte dei genitori, sembrò esserci un rallentamento ma nell'inverno del 2022 la situazione precipitò, tanto che le nozze vennero fissate per la primavera successiva.

È dopo una telefonata che la giovane ascolta tra il padre e lo zio che lei decide di andare via di casa: "Se si oppone chiama me... Ci penso io con due colpi. Non importa se vado in carcere". La ragazza ha scelto di rompere ogni rapporto con la famiglia di origine pur di vivere nel modo da lei desiderato e ora prosegue nella sua vita, nonostante le difficoltà. "Le nozze combinate sono quanto di più lontano dalla cultura del rispetto verso le donne: una pratica incompatibile coi nostri valori e le nostre tradizioni che per nulla al mondo può essere tollerata né compresa.

Per la sinistra, però, il patriarcato islamico non esiste…", è il commento di Silvia Sardone. Le femministe, spiega l'esponente della Lega, "preoccupate per le desinenze delle parole, quando si tratta di imposizioni - dal velo ai matrimoni - stanno mute".

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