"Noi non guardiamo il conto in banca". La propaganda delle Ong sul naufragio di Palermo

Le Ong continuano a usare la tragedia del Bayesian per accusare l'Italia di razzismo nei confronti dei migranti che, a differenza degli ospiti dello yacht, non vengono accolti in resort di lusso

"Noi non guardiamo il conto in banca". La propaganda delle Ong sul naufragio di Palermo
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Le Ong continuano a fare propaganda sulla pelle dei sopravvissuti e dei morti del Bayesian, associandoli alle vittime dei naufragi di barchini che si registrano nel Mediterraneo. Eventi che non hanno nulla in comune tra loro ma che dalle organizzazioni non governative vengono affiancati per dimostrare, a loro dire, che vi sono sensibilità diverse nell'intervento. Un'accusa, nemmeno troppo implicita, di razzismo per l'Italia e per le sue forze di soccorso, che quotidianamente sono impegnate nel Mediterraneo centrale per recuperare barchini di latta messi in mare dai trafficanti e riempiti di disperati, che vengono illusi di trovare in mezzo al mare barche pronte a salvarli.

"Quella del 'Bayesian' è una tragedia, e il mio pensiero va alle famiglie delle vittime. Le vittime del mare sono tutte uguali. Chi ha bisogno deve essere soccorso. Se noi fossimo stati a Porticello con la nostra nave saremmo corsi ad aiutare il 'Bayesian' perché noi, ed è questa la grande differenza, non guardiamo il conto in banca", ha dichiarato a LaPresse il capo missione di Mediterranea Saving Humans, Luca Casarini. Dalle sue parole si evince forse che l'Italia guarda il conto in banca per il salvataggio, ma se così fosse le motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza non andrebbero in giro per il Mediterraneo centrale, anche in zone Sar non di competenza, per salvare quanti più migranti possibili, senza documenti, dalla morte.

"Non chiediamo i documenti a chi ha bisogno di aiuto. Lo aiutiamo. Certamente poi c'è una differenza di approccio. Perché i migranti che muoiono in mare sono poveri. Questo è il problema. E i poveri vengono trattati nel mondo diversamente da come vengono trattati i ricchi. È un'amarissima considerazione, ma è così. Dobbiamo non avere paura di guardare questa verità", ha detto ancora Casarini. Forse si riferisce al fatto che i sopravvissuti del Bayesian sono stati condotti in un resort di lusso nei giorni successivi la tragedia mentre i migranti vengono trasferiti in centri di accoglienza.

Eppure, la differenza dovrebbe essere lapalissiana, senza scomodare conti in banca e razzismo. Tutti gli ospiti del Bayesian sono già tornati nei loro Paesi: meno di una settimana dopo il naufragio hanno preso un aereo, muniti dei propri passaporti, che li hanno configurati, per il tempo di permanenza, come soggetti non clandestini. Quando un migrante fa ingresso in Italia viene posto in una struttura apposita e l'unico motivo per il quale esce è per essere trasferito in un'altra, per essere sostenuto dallo Stato e non dalle assicurazioni private, come i passeggeri del Bayesian.

Ma su tema è tornata a esprimersi anche Sea-Watch, in relazione a un'imbarcazione dichiarata in distress a qualche decina di metri dalla costa libica. "Nonostante i nostri appelli, non c'è stato alcun tentativo di salvataggio da parte delle autorità. La Ong resqship ha salvato le persone. Nel frattempo, il naufragio di uno yacht di lusso ha fatto notizia in tutto il mondo", dicono dalla Ong tedesca. Il Bayesian era a qualche centinaia di metri dalla costa italiana, in rada, regolarmente registrato e segnalato.

Il gommone si trovava a una distanza breve dalla costa libica, in zona di non competenza dell'Italia, con a bordo passeggeri coscienti del pericolo che stavano correndo ad attraversare il Mediterraneo con un piccolo natante gonfiabile.

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