Incontri, azioni e disobbedienza: così Ultima generazione ha fondi americani

Ultima generazione è parte dell'A22 Network, una rete creata dal Climate Emergency Fund a cui aderiscono 11 organizzazioni di tutto il mondo

Incontri, azioni e disobbedienza: così Ultima generazione ha fondi americani
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Ultima Generazione continua a chiedere l'obolo per non morire dopo il taglio dei finanziamenti del fondo americano del Climate Emergency Fund. Soldi che sono fondamentali per la sopravvivenza del gruppo che, come dichiara sul suo sito internet, ha 10 processi in corso e 28 attivisti imputati, oltre alle 2mila denunce ricevute negli anni. Numeri dei quali l'organizzazione sembra andare particolarmente fiera, anche se sta ancora aspettando che i generosi donatori versino i restanti 4mila euro per raggiungere la somma di 20mila euro da loro richiesta. Ultima generazione è parte, forse ancora per poco, di una rete internazionale chiamata A22 Network, che raggruppa organizzazioni simili a livello planetario, finanziate proprio dal Climate Emergency Fund.

Per essere parte di questo gruppo, e ottenere i soldi, è necessario rispondere a determinati requisiti, che rispondono soprattutto alla necessitò di garantire una presenza capillare e costante sul territorio coperto. Se l'organizzazione ci riuscisse, avrebbe la copertura economica, e non solo, da parte del fondo. Ora, però, il Climate Emergency Fund ha deciso di destinare tutte le sue risorse alle sole organizzazioni nordamericane, lasciando al palo ultima generazione e le altre realtà simili che, sullo slancio dell'entusiasmo di poter contare su un finanziamento di quel tipo, sono proliferate anche altrove.

Su tutto, l'organizzazione deve garantire il caos nel territorio in cui opera: questa è la sintesi di uno dei requisiti richiesti dal Cef. "L'interruzione non violenta deve continuare giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, per creare slancio, pubblicità e pressione sul governo affinché risponda", si legge nel vademecum sul sito del fondo americano, nella sezione in cui si elencano gli aspetti che le organizzazioni dell'A22 Network hanno in comune. E poi si legge ancora: "Centinaia di incontri on-line e offline devono essere organizzati in modo sistematico per reclutare persone per impegnarsi nelle campagne di disobbedienza civile". Questo spiega le numerose operazioni condotte qualche tempo fa da Ultima generazione, che compiva numerosi atti di disobbedienza al mese, con una cadenza particolarmente rapida. Niente è un caso, come si evince da questo documento, nel quale si richiede una struttura territoriale con coordinamento globale.

"Il vecchio mondo sta morendo. Siamo nell’ultima ora, quella più buia. Questo mondo viene decimato davanti ai nostri occhi. Siamo tra gli attimi. Quello che facciamo ora decide il destino di questo mondo e del prossimo", si legge nel proclama dell'A22 Network. I toni sono quelli allarmisti ben noti, utilizzati dalla stessa Ultima generazione. Benché l'organizzazione abbia dichiarato di non aver ricevuto grandi somme di denaro per le sue operazioni, il Cef dichiara che per le organizzazioni parte dell'A22 Network è il maggior finanziatore.

E c'è anche un passaggio di autocompiacimento del sito del Climate Emergency Fund, quando dichiara che "In meno di un anno, la maggior parte dei gruppi A22 era diventata il gruppo climatico più importante nei loro Paesi d'origine". Non resta che attendere per capire se Ultima generazione riuscirà a camminare sulle proprie gambe, senza più la certezza del finanziamento americano.

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