"È il mio modo per incorniciare chi stimo". Così Vaclav Pisvejc distrugge le opere d'arte

Viclav Pisvejc manda in frantumi le opere d'arte. L'ultima è quella di Ai Wei Wei esposta a Bologna. Ecco come agisce

La protesta del cinquantasettenne ceco a Firenze lo scorso anno
La protesta del cinquantasettenne ceco a Firenze lo scorso anno
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Ormai sei anni fa aggredì Marina Abramovic, rompendole un quadro in testa durante una mostra dell'artista serba a Palazzo Strozzi. Sempre nel capoluogo della Toscana, lo scorso anno si arrampicò completamente nudo sulla statua di Ercole e Caco, in Piazza della Signoria. E pochi giorni fa è tornato a "colpire" a Bologna, mandando in frantumi un'opera d'arte in porcellana dell'artista cinese Ai Wei Wei. Sono alcune delle azioni decisamente sopra le righe delle quali si è reso protagonista Valav Pisvejc, cinquantasettenne cittadino originario della Repubblica Ceca ormai ben noto in Italia alle forze dell'ordine. L'ultimo blitz, in ordine cronologico, lo ha compiuto come detto nel capoluogo dell'Emilia Romagna: introdottosi all'interno di Palazzo Fava, tra lo sbigottimento generale dei presenti ha distrutto la scultura "Porcelain cube" di Ai Wei Wei, esposta nell'ambito nella mostra “Ai Weiwei. Who am I?”.

Un gesto che non è ovviamente passato inosservato: subito dopo l'azione, l'uomo è stato bloccato dagli addetti alla sicurezza, in attesa dell'arrivo della polizia. Per lui sono quindi scattate le manette, con l'arresto successivamente convalidato per direttissima. L'autorità giudiziaria ha in un secondo momento disposto anche l'obbligo di firma e di dimora in Comune fuori provincia, mentre il questore ha emesso nei suoi confronti un foglio di via obbligatorio. Non si tratta del primo provvedimento del genere emesso nei suoi confronti, considerando la lunga lista di azioni contro varie opere d'arte che ha portato a termine dall'aspirante artista (come lui stesso si definisce, a quanto pare) in segno di protesta. Soprattutto a Firenze, come riportato dai media toscani: nel gennaio del 2018 imbrattò con la vernice rossa una scultura di Urs Fischer collocata in piazza della Signoria. Qualche mese più tardi, a settembre, il presunto performer ceco balzò agli "orrori" della cronaca per aver colpito alla testa con un quadro Marina Abramovic nel cortile di Palazzo Strozzi.

"Un'aggressione? No, voleva essere un abbraccio - dichiarò alla stampa locale all'epoca - è arte, il mio modo di incorniciare una persona che stimo". E ancora, nel 2020, si arrampicò sull'installazione dell'artista Mimmo Palladino in piazza Santa Maria Novella. A settembre del 2021, vandalizzò l'opera temporanea di Giuseppe Pennone e, nel 2022, gettò della vernice colorata sul leone rampante di Francesco Vezzoli, sempre in piazza della Signoria.

Mentre quattro mesi dopo incendiò un drappo nero esposto sulla copia del David di Michelangelo in segno di solidarietà per le vittime della guerra in Ucraina. Il "raid bolognese" è insomma l'ultimo di un lungo elenco. Ma nonostante gli ammonimenti e i "daspo" comminatigli, Pisvejc continua periodicamente a far parlare di sè e a prendersela con l'arte.

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