Il barcone con decine di migranti che da ieri si trovava al largo della Libia, distante centinaia di miglia dalla zona SAR italiana e, quindi, ancora di più dal nostro Paese, sarebbe affondato. A bordo pare ci fossero poco meno di 50 persone, probabilmente 47 stando a quanto dichiarato dalle Ong. Non si hanno evidenze certe delle sorti di questa imbarcazione, sulla quale l'Italia non aveva alcuna ragione di competenza. Eppure, sul nostro Paese, piovono le ennesime accuse da parte delle organizzazioni, che nonostante tutto pretendevano che fosse l'Italia a mandare le sue navi in una zona a ridosso della costa libica. Ennesima fake news al servizio di una narrazione che punta al discredito internazionale dell'Italia.
"Dalle h 2.28 dell'11 marzo, le autorità erano informate dell'urgenza e della situazione di pericolo. Le autorità italiane hanno ritardato deliberatamente i soccorsi, lasciandole morire", ha dichiarato Alarm Phone in un tweet, puntando il dito contro il nostro Paese e muovendo un'accusa gravissima. Stando a quanto riferisce la Ong, che cita fonti non specificate e non verificabili, "decine di persone di questa barca sono annegate". I morti in mare sono sempre una tragedia e sono da evitare con tutte le energie di cui si è in possesso. Ma perché, secondo le Ong, dev'essere sempre l'Italia a doversi addossare le responsabilità, soprattutto quando queste non sono in capo al nostro Paese?
Le velleità delle organizzazioni non governative di muovere contro l'Italia una guerra strumentale, che utilizza le vittime delle migrazioni illegali appaiono ormai chiare. Il nostro Paese ha sempre fornito gli strumenti, i mezzi e gli uomini a sua disposizione per intervenire in caso di pericolo, come dimostrano gli interventi effettuati negli ultimi giorni, quando in Italia sono sbarcati migliaia di migranti in poche ore. La tragedia di Cutro, avvenuta per un incidente, un errore di mano fra degli scafisti a ridosso della costa, è diventata il "piede di porco" per le opposizioni e per le organizzazioni per accusare di ogni disastro il governo a guida Meloni.
Le leve morali, come quelle che si arrogano il diritto di utilizzare le Ong, contro il nostro Paese stanno diventando uno strumento politico. Così come i morti, come si evince anche da quest'ultimo intervento di Alarm Phone, secondo il quale, a prescindere da ogni regolamento e da qualunque altro elemento di oggettività, la responsabilità di quel presunto naufragio deve ricadere sull'Italia senza appello.
Eppure, al di là delle marinerie degli Stati nordafricani, l'europea Malta risulta essere comunque più vicina e, quindi, secondo una logica forzata delle Ong, dovrebbe essere a maggior ragione responsabile. Invece no.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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