"Portateli in Italia". Ong e Boldrini in pressing sul barchino in Libia

Un barchino è in difficoltà in zona Sar libica ma le Ong e l'opposizione di governo pretendono se ne faccia carico l'Italia, nonostante non sia il Paese europeo più vicino

"Portateli in Italia". Ong e Boldrini in pressing sul barchino in Libia

C'è un barchino in difficoltà a pochi chilometri dalle coste libiche, in zona Sar libica. L'imbarcazione, poche ore dopo la sua partenza, ha incontrato condizioni di tempo avverso ed è stato intercettato dall'elicottero Sea-bird della ong Sea-Watch. Nonostante questa non sia in alcun modo una zona di competenza italiana, nonostante il Paese europeo geograficamente più vicino sia Malta e nonostante la carretta del mare, con a bordo poco meno di 50 persone, sia nei pressi delle coste nordafricane, da chi viene preteso l'intervento? Dall'Italia. Le Ong Alarm Phone e Sea-Watch, infatti, stanno facendo pressioni sul nostro Paese affinché mandi una sua nave. E a loro, immancabile, si è aggiunta Laura Boldrini.

"Le persone in difficoltà ci hanno chiamato di nuovo questa mattina. Più di 24 ore dopo il nostro avviso iniziale alle autorità, sono esausti e ancora in mare, a combattere il vento e le condizioni meteorologiche avverse. Esortiamo le autorità a coordinare un salvataggio il prima possibile e portare le persone al sicuro in Italia!", scrive Alarm Phone. Un messaggio che, se venisse letto per quello che vuole essere, smonta anni di propaganda delle Ong e della sinistra del nostro Paese. Infatti, l'organizzazione che si occupa di raccogliere i messaggi satellitari da parte dei migranti, che vengono dotati di un dispositivo di comunicazione dai trafficanti, non chiede che gli occupanti del barchino vengano portati in un Pos, un porto sicuro, o nel porto sicuro più vicino, come dicono le Ong quando viene loro indicato un porto di sbarco che non è quello a loro gradito.

Alarm Phone chiede esplicitamente, con tanto di esortazione sottolineata dal punto esclamativo, che le persone vengano portate in Italia. Quindi, ormai è acclarato ed è pacifico che l'Italia debba diventare l'hub di sbarco di tutti i migranti che decidono di mettersi in mare attraversare illegalmente i confini? Perché, in questo specifico caso, se non si considerano porti sicuri quelli del nord Africa, che comunque lo sono, ci sarebbe Malta prima dell'Italia. E in questa specifica situazione, considerando che si tratta di meno di 50 migranti, la narrazione della sinistra secondo la quale l'isola europea sia troppo piccola per farsi carico della mole di irregolari che, invece, sbarca in Italia, non regge. Le navi di Malta ci metterebbero molto meno rispetto a quelle italiane a raggiungere il punto in cui si trova il barchino.

Ma, come è evidente, colo che si imbarcano illegalmente, e le Ong che li aiutano, non vogliono semplicemente arrivare in Europa o in un Paese sicuro. Vogliono arrivare in Italia. E Laura Boldrini evita il punto focale di questo discorso, puntando il discorso contro l'Italia che cerca di regolamentare l'attività in mare delle Ong, si fa ancora megafono di una propaganda dannosa anche per quelle persone: "Una imbarcazione da oltre 24 ore lasciata alla deriva nelle acque libiche.

Le persone sono disperate. Se nessuno va a soccorrere, il risultato è scritto: altri morti. Le Ong sono utili a riempire questo vuoto, impedirgli di operare, come fa il governo Meloni, è imperdonabile".

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica