"Il maltempo non c'entra". Cosa sappiamo della tragedia del Monte Faito

Con migliori condizioni del tempo, un drone ha potuto sorvolare l'area dell'incidente del Monte Faito. Salvini: "Servono risposte rapide, chiare e inequivocabili"

"Il maltempo non c'entra". Cosa sappiamo della tragedia del Monte Faito
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Quattro morti e un ferito grave: la tragedia della funivia del Monte Faito ha macchiato di sangue una giornata in apparenza come tutte le altre nella settimana di Pasqua. La procura di Torre Annunziata, territorialmente competente per il Comune di Castellammare di Stabia. È necessario capire cosa sia accaduto, perché quel che si sa finora è che a causare l'incidente è stata la rottura di una delle funi. Una delle certezze, ha spiegato Umberto De Gregorio, presidente di Eav, l'azienda che gestisce la Funivia del Faito, è "che non ci sia alcuna connessione tra il cattivo tempo e il crollo della cabina. Non lo dico io, lo dicono i tecnici. C'è un sistema automatico. Quando il vento supera un certo livello, la funivia si blocca automaticamente".

L'impianto risulta essere stato controllato a marzo, quindi meno di un mese fa, dagli ispettori di Ansfisa. E l'8 aprile, 9 giorni prima della tragedia, Eav aveva inviato alla stessa Agenzia la documentazione tecnica. Lo ha reso noto il sottosegretario di Stato al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Tullio Ferrante, in un'intervista a Canale 21. Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha riferito di aver chiesto "approfondimenti su quanto accaduto sul monte Faito, affinché si possano verificare tutti gli aspetti della vicenda e accertare eventuali responsabilità. Servono risposte rapide, chiare e inequivocabili". I dubbi sono tanti, come ha sottolineato Antonello De Luca, professore all’Università di Napoli Federico II, ingegnere e parte del team di periti nominati dal Gip di Verbania, che ha lavorato sulla tragedia del Mottarone.

Il professionista, in un'intervista al Corriere della Sera, non fa parallelismi tra la tragedia del Monte Faito e quella del Mottarone, perché non esistono attualmente abbastanza elementi a disposizione. Sulla rottura della fune traente nell'incidente del 25 aprile, De Luca ha sottolineato che questi sistemi "prevedono che se la fune si spezza entri in funzione il freno di emergenza". Al Mottarone, ha spiegato, i freni "erano stati disinseriti con i forchettoni che ne impedivano il funzionamento", al Monte Faito, invece, "non sappiamo cosa è accaduto" ma, prosegue nell'intervista al Corriere, "potrebbe essere che sono entrati in funzione ma poi è successo qualcos’altro. Non abbiamo al momento alcun elemento, ma di certo qualcosa di strano è successo".

De Gregorio ha confermato in un post Facebook che "nei mesi precedenti all’apertura sono state effettuate tutte le prove previste dalla normativa". Nei prossimi giorni Eav insedierà una commissione interna "dove nomineremo professionalità di alto profilo" per "cercare di capire cosa è successo", ha proseguito De Gregorio, sottolineando che "tutte le ipotesi vanno analizzate: errore umano, evento eccezionale ed anche altro".

Questa mattina un drone ha sorvolato la zona dove è avvenuto l'incidente e l'intero impianto della funivia è stato sottoposto a sequestro. Nelle ore precedenti è stato anche rimosso il cavo che impediva la circolazione dei treni sulla linea Circumvesuviana Napoli-Sorrento, all'altezza di Pioppiano, caduto sui binari nel momento dell'incidente.

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