Le mani della Camorra sul calcio

I carabinieri di Torre Annunziata scoprono che la camorra aveva le mani nel calcio, e questo lo si immaginava. Ma è la dinamica che colpisce

Le mani della Camorra sul calcio
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Avanti Savoia, anzi no. I carabinieri di Torre Annunziata scoprono che la camorra aveva le mani nel calcio, e questo lo si immaginava. Ma è la dinamica che colpisce. In gergo si chiama «estorsione ambientale», in cui il camorrista non ha bisogno di minacciare perché basta la sua caratura criminale a intimidire i manager della squadra di calcio recentemente comprata proprio dalla famiglia reale, in ossequio al nome, per salvarla dalle grinfie della mafia napoletana. Ma Emanuele Filiberto è estraneo a tutta la vicenda estorsiva su cui si allunga l’ombra dell’usura, consumata tra Torre Annunziata e le province di Venezia e Rovigo.
Le indagini coordinate dalla Dda avrebbero decapitato il clan Gionta: in manette sono finiti Felice Savino, 65 anni; Ciro Scognamiglio 44 anni; Salvatore Ferraro, 60 anni; Filomena Bove, 58 anni, e Giuseppe Ferraro, 33 anni, accusati di estorsione aggravata e continuata per aver costretto la dirigenza della squadra Savoia Calcio a consegnare loro una somma di denaro di circa tremila euro per consentire loro di proseguire nell'attività sportiva. Inoltre avrebbero concesso prestiti usurari per 20.350 euro a un imprenditore ittico in difficoltà diventati 45mila euro, con un tasso d’interesse del 162%, e restituiti a suon di minacce. Una degli arrestati avrebbe anche avvicinato la compagna dell’uomo, dicendole che il gruppo avrebbe trattenuto nella sua abitazione i genitori dell’imprenditore fino al versamento del denaro.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti nell’agosto del 2022 il direttore sportivo Carmine Palumbo sarebbe stato convocato a casa di Felice Savino, detto «Peracotta», accompagnato da Ciro Scognamiglio. Il boss avrebbe informato la vittima di essere ai domiciliari e successivamente gli avrebbe offerto la sua protezione e il suo appoggio «per qualsiasi cosa...». A fine incontro Scognamiglio, mentre accompagna il dirigente sportivo all’uscita gli dice: «Bisogna tenerselo buono questo qua». Ma pochi mesi dopo il dirigente si dimette.
«L’attuale vicenda emersa da notizie di stampa non riguarda l’attuale società, che non ha mai ricevuto alcuna richiesta estorsiva», ribadisce in un comunicato stampa la società calcistica Savoia 1908 Fc, sottolineando che grazie all’intervento della dirigenza legata alla famiglia reale che dal dicembre 2022 controlla il club calcistico tramite la Casa Reale Holding spa, presieduta da Emanuele Filiberto di Savoia, «abbiamo salvato il Savoia e il nome di Torre Annunziata dalla camorra, come ribadito anche da Emanuele Filiberto in un recente comunicato».

Ecco perché «non consentiremo a nessuno - prosegue la nota - di potersi avvicinare alla nostra società e che possano ripetersi episodi del genere, vogliamo portare avanti il progetto di un calcio pulito, togliendo i ragazzi dalla strada con la nostra Academy che già conta oltre 250 ragazzi». Ci voleva il principe per sconfiggere la camorra, con buona pace dei tanti monarchici campani legati ai Borbone.

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