Il MeToo adesso non c'è più, l'altalena del Pd e le Ong: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: le accuse ai due giornalisti, le mediazioni del Qatar e Pirlo

Il MeToo adesso non c'è più, l'altalena del Pd e le Ong: quindi, oggi...

- Inutile negarlo, la notizia di oggi è l’indagine a carico di Sara Giudice e Nello Trocchia con l’accusa di violenza sessuale su una collega. Ora, la storia per come s’è svolta andate a leggerla nelle cronache. Qui ci interessa il commento. Partiamo da un presupposto: l’inviata di PiazzaPulita e il cronista del Domani sono innocenti, fino a prova contraria. E poco ci interessa se il pm ha presentato istanza di archiviazione, se la presunta vittima si è opposta o se durante l’indagine si sono davvero dimenticati di interrogare la parte in causa, cioè la denunciante. Qui ci interessa un principio costituzionale: chiunque venga accusato, resta innocente fino a prova contraria. E noi lo applichiamo a tutti: a Sara Giudice, a Nello Trocchia, a Giovanni Toti, Ciro Grillo e Leonardo La Russa. Il Domani e PiazzaPulita, purtroppo, non possono dire lo stesso.

- Ricordate il caso di Leonardo La Russa? Ecco a voi tre articoli usciti sul Domani: “Caro La Russa, anche un padre può condannare uno stupro“; “Caso La Russa. Ai ragazzi serve educazione al consenso, non ‘ceffoni’ in famiglia“. A cui aggiungo il pezzo di Corrado Formigli, sempre sul Domani, in cui puntava il dito contro La Russa padre “impelagato nella vicenda del figlio Leonardo Apache” e colpevole “all’indomani della denuncia della ragazza” di averla “attaccata per aver sniffato cocaina” e di aver “assolto il figlio in via diretta e senza dibattimento, dopo averlo ‘interrogato’”. Perché li citiamo? Perché questi tre articoli sono stati scritti pochi giorni dopo la notizia della denuncia della giovane ai danni del figlio di La Russa. E tutti e tre gli articoli partivano dal presupposo che Leonardo fosse colpevole, non innocente. Se applicassimo il “metodo Domani” e il “metodo Formigli” al caso odierno, dovremmo dare per buona la versione della presunta vittima e considerare Trocchia-Giudice due stupratori. Invece non lo faremo, perché noi siamo diversi. Non siamo giustizialisti a targhe alterne.

- Come la mettiamo se il presunto stupratore è donna o di sinistra? Sempre dopo il caso di La Russa, Chiara Valerio scrisse un pezzo delirante (a sentenza ancora ben lontana dall’essere stata pronunciata) per condannare “il mito della destra del maschio che non sbaglia mai”. Bene. Attendiamo domani un dotto pezzullo per spiegare il mito del maschio di sinistra e della donna che non possono certo aver sbagliato. Pronti?

- Ricordate il caso di Fausto Brizzi, spiattellato al pubblico ludibrio dopo le accuse di molestie sessuali da parte di alcune attrici? Ecco. Anche qui: se applicassimo lo stesso metodo…

- A quanto pare i due giornalisti, per mezzo degli avvocati, procederanno a contro-denunciare la ragazza presunta vittima di violenza per calunnia. È lecito e legittimo, se ritengono di essere nel giusto. Però ricordo fiumi e fiumi di notizie scritte e pubblicate sull’importanza di non scadere nella “vittimizzazione secondaria” e sull’importanza di “credere sempre a chi trova il coraggio di denunciare”. Perché, stavolta, il #MeToo non conta?

- Ci sono alcuni dettagli che occorre sottolineare nell’intervista rilasciata da Manfred Weber, gran capo del Ppe, ieri disceso a Roma per parlare con Giorgia Meloni. Primo: Weber in Italia parla solo con il premier e con Tajani, Salvini in pratica manco lo cita. Secondo: al Belpaese spetta una vicepresidenza esecutiva dell’Ue perché “Meloni e Tajani hanno preso molti voti alle Europee, a differenza di Macron e Scholz che ne sono usciti come i grandi perdenti”. Vedremo.

- Interessante intervista al mediatore del Qatar che sta trattando sul tavolo di Israele-Hamas e che conosce quello di Russia-Ucraina. Ve la riassumo perché il contenuto è interamente scritto in legalesi diplomatico. Sintesi brutale, ma veritiera: la pace, per ora, ve la scordate. Fine.

- Antonio Tajani sbatte la porta in faccia a chi chiede di permettere che le armi italiane vengano usate in territorio russo. Scelta saggia.

- Il Pd è un enorme altalena. Quando c’era Renzi segretario, i sinistri-sinistri tipo Bersani e Speranza se ne sono andati sbattendo la porta. Poi a un certo punto dal Pd se ne è andato pure Renzi, per cercare di sfondare al centro (e non ha sfondato un bel nulla). Adesso nel Pd sono rientrati quelli che erano fuoriusciti da sinistra. E a breve si appresta a fare un’alleanza pure Renzi, che se n’era andato non molto tempo fa. Ora, amici dem.. Mi spiegate come fa un elettore a votare questa grande unità sapendo che fino all’altro ieri vi siete presi a pesci in faccia? 

Ps: il discorso, peraltro, non tiene neppure conto del fatto che per vincere il “campo largo” deve includere anche i grillini, cioè Conte, cioè Travaglio. Annamo bene.

- A Papa Francesco, il quale sostiene che “respingere è peccato”, non possiamo che credere. È pur sempre Sua Santità. Il punto è che qui nessuno vuole “cacciare”, “respingere” o “non accogliere” gli immigrati. Qui bisogna guardare il problema da tre punti di vista. Primo: nessuno nega la necessità di accogliere i bisognosi, ma secondo le capacità di ogni Paese e soprattutto rispettando le leggi. In fondo lo diceva anche Papa Giovanni Paolo II: “È responsabilità delle autorità pubbliche esercitare il controllo dei flussi migratori in considerazione delle esigenze del bene comune. L’accoglienza deve sempre realizzarsi nel rispetto delle leggi e quindi coniugarsi, quando necessario, con la ferma repressione degli abusi”. Secondo: Bergoglio si contraddice quando lancia l’anatema contro “chi opera costantemente per respingere i migranti” e allo stesso tempo chiede di “ampliare le vie di accesso sicure e regolari per i migranti, facilitando il rifugio per chi scappa dalle guerre”. Se bisogna combattere il traffico di esseri umani, infatti, esiste un solo modo possibile: tagliare il loro business, dunque fermare i barchini. Terzo: il discorso del Pontefice parte da un presupposto, errato, secondo cui tutti i migranti che arrivano sui barconi o lungo la rotta balcanica sarebbero in fuga dalla guerra. Non è così, lo dicono i numeri. Per i migranti economici esiste il “diritto a non emigrare” (Ratzinger), dunque occorre creare le condizioni affinché non debbano lasciare il loro Paese. Non far sì che prendano la via del mare.

- Non necessariamente un grande giocatore, con un ottimo manager, si trasforma automaticamente in un bravo allenatore. Ne abbiamo conosciuti tanti di casi, elogiati dalla stampa sportiva sulle panchine di Milan, Inter e Juve, salvo poi ritrovarli negli anni successivi esonerati alla terza giornata dalla Sampdoria in serie B. Parliamo di Pirlo.

- Non fatevi ingannare dalle Ong. I numeri certificano che maggiore è il numero delle partenze dei barchini dalle sponde dell’Africa, maggiore è la strage nel Mediterraneo. Oggi Casalini&co sostengono che sia cresciuto il “numero percentuale” di decessi, ma è masturbazione statistica. Quello che conta quando si verifica un naufragio è la conta delle vittime. Non l’incidenza percentuale sul totale delle partenze.

- Sull’assegno unico, occorre suonare il campanello dei fact checker sempre pronti a controllare il pelo nell’uovo ai

giornalisti buzzurri e populisti. Considerando l’articolo di Repubblica, che non riporta adeguatamente il fatto a voler uccidere l'assegno unico in realtà è l'Ue, il pezzo merita almeno il bollino di “fuori contesto”. No?

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