La debordante ipocrisia di Salis, l'Ue s'è fregata da sola e il Papa: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: il vertice dell'Ue (a pezzi) sull'Ucraina, la malattia di Bergoglio e Sanremo

La debordante ipocrisia di Salis, l'Ue s'è fregata da sola e il Papa: quindi, oggi...

- L’Europa si riunisce a Parigi convocata da Macron per discutere di Ucraina. O meglio: si riuniscono solo 7 Paesi insieme ai vertici di Ue, Gran Bretagna e Nato. Una mini-riunione che esclude 20 Paesi dell’Unione e che dimostra plasticamente perché gli Usa abbiano avuto buon gioco a tagliare fuori il Vecchio Continente dalle trattative con la Russia: siamo tanti, abbiamo troppe idee diverse, il rappresentante Ue non ha una legittimazione popolare e non siamo in grado di trovare una linea condivisa. E così Trump arriva, decide, chiama Putin e fa da solo. Ci ha fregato, ma ha ragione lui: siamo noi ad essere tremendamente fuori tempo.

- Che poi il dramma per l’Ue è cosmico. Lo abbiamo scritto qualche giorno fa: ci siamo fatti infinocchiare. Siamo andati dietro a Biden e alla volontà Usa di “sconfiggere la Russia” a tutti i costi. Abbiamo imposto sanzioni, che si sono ritorte contro di noi, senza peraltro piegare Mosca. Abbiamo smesso di importare gas dai russi, facendo schizzare il costo dell’energia, mentre gli Usa esportavano Gnl a gogo (vendendolo anche a noi). Ci siamo ritrovati in casa i profughi ucraini. La guerra a poche miglia di distanza. E abbiamo fornito miliardi di euro di aiuti a Kiev. E adesso? Adesso Washington se ne infischia, tratta pace senza di noi, si prende le terre rare dell’Ucraina e magari anche la ricostruzione. Bravo lui, scemi noi. Che non siamo in grado di parlare con una voce sola.

- Europa e Stati Uniti devono continuare ad «agire insieme» per garantire la sicurezza collettiva, dice Olaf Scholz alla fine del vertice. Giusto. Ma come possiamo chiedere agli Usa di “agire insieme” a noi se noi non riusciamo neppure a mettere insieme Parigi con Berlino e Madrid con Roma?

- Una soluzione potrebbe essere quella di nominare un negoziatore unico che rappresenti l’Europa. E il fatto che Kiev sia “costretta” a chiederlo ci fa capire quanto nei fatti sia impossibile per i Paesi stranieri scegliere chi chiamare quando devono fare “il numero di telefono dell’Ue”. Logica vorrebbe, infatti, che a rappresentare l’Europa fosse Ursula von der Leyen, ma non è così. Il motivo? Andatevi a rivedere le assurde modalità di elezione della presidente della Commissione e dei suoi commissari. Non è abbastanza forte politicamente per rappresentare tutti. E questa è la nostra più grande debolezza.

- Guardate la fotografia dei cinque finalisti di Sanremo. Cosa vedete di strano? Cosa notate di sbagliato?
Se non indossate gli occhiali del pregiudizio ideologico condito con sano vittimismo, non dovreste vedere nulla di male.
Eppure c’è chi storce il naso, come ad esempio Elodie e Gaia, ma anche altri, per l’assenza non tanto di Giorgia in quanto tale (il che, oggettivamente, appare clamoroso) ma per il fatto che non ci fosse nessuna donna nella finalissima della kermesse di Carlo Conti. 
Sai che dramma.
Gaia ha detto che “certe situazioni fanno male” e non solo per la storia di Giorgia che avrebbe meritato di arrivare in alto, quanto per il fatto che “se va avanti una vanno avanti tutte”. Ancor più chiara Elodie: “Dove stava il sostengo delle radio e dei giornalisti? Sembra sempre che le donne debbano fare le capriole”.
La domanda è: che c’entra il femminismo con Sanremo?
Nulla. L’unico dato incontrovertibile, infatti, è che al Festival, quali che siano le regole di voto -che ogni anno vengono cambiate e che una volta premiano il televoto (come quest’anno) e quella dopo il voto della critica (come anno scorso)- tutti partono dalla stessa posizione di partenza. Ed è questa l’unica cosa che conta. Se poi gli ascoltatori da casa o i critici premiano le canzoni portate in gara da interpreti maschietti, ci puoi fare ben poco. Perché quello che dovrebbe contare - dovrebbe - è la qualità, non il genere. Volete davvero imporci le quote rosa anche per la finale di Sanremo?

- Che poi se Elodie piange per Giorgia e per la sua carriera lasciata fuori dalla finale, che dovrebbe dire Massimo Ranieri rifilato nella parte bassa della classifica?

- Ogni due giorni, su Repubblica, Romano Prodi lancia un qualche allarme o appello politico. Per uno che doveva aver lasciato da tempo la politica è un po’ strano esporsi così tanto. Cosa bolle in pentola?

- Il frontman dei Placebo definì Giorgia Meloni “fascista” e “nazista” ed è giusto che paghi. Ma non so se accusarlo di “vilipendio” sia la mossa giusta: bisognerebbe spennarlo per via civile e poi vedi come ci pensa due volte a sparare scemenze dal palco.

- Il Papa sta meno bene di quanto si pensasse all’inizio, anche perché le infezioni virali o batteriche ad una certa età possono essere più pericolose che a venti anni. Auguri di pronta guarigione.

- Ilaria Salis nei suoi post continua a parlare di “omicidio” riferendosi alla morte di Ramy Elgaml, rivelando non solo la scarsa conoscenza per le regole giuridiche italiane, ma anche una buona dose di sfacciataggine e ipocrisia. Quando è stata catturata in Ungheria, infatti, tutti - anche i più critici nei confronti della sua storia politica - si sono schierati a) nel condannare il trasferimento in tribunale con le catene e b) per ricordare che anche lei è innocente fino a prova contraria, nonostante il video in mano alle autorità giudiziarie ungheresi e nonostante quel manganello che non s’è capito se lo aveva lei o se glielo hanno messo addosso. Eppure Ilaria, che ha urlato la sua innocenza in ogni modo, adesso fa la giustizialista nei confronti dei carabinieri nonostante il video dell’incidente, al pari di quello del pestaggio del neonazista ungherese, non spieghi nulla sulle dinamiche. Se Ilaria si considerava innocente fino a prova contraria, lo stesso dovrebbe fare nei confronti dei militari che sono nella sua stessa identica posizione. Se lei definisce “omicidio” quello di Ramy, allora i suoi detrattori sono legittimati a considerarla una picchiatrice di nazisti senza attendere che la giustizia faccia il suo corso. No?


- Mi è capitata

sotto un'intervista a Brunori Sas, protagonista a Sanremo, su chi lavora in nero: "Mio padre mi ha sempre detto: perché denunciare il reddito dopo tutto il bene che ci ha fatto?". Stupendo.

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