“Mette in pericolo le persone”. Scatta il blocco per la Sea Watch che attacca l’Italia

Nave Aurora bloccata per 20 giorni in porto. Le Ong continuano a non riconoscere la sovranità territoriale dell'Italia e accusano: "L'Europa lascia annegare le persone di proposito"

“Mette in pericolo le persone”. Scatta il blocco per la Sea Watch che attacca l’Italia
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Venti giorni di stop per l'assetto veloce di Sea Watch, Aurora, che invece di dirigersi verso Trapani, porto assegnato dalle autorità italiane, ha scelto arbitrariamente di sbarcare gli oltre 70 migranti a bordo a Lampedusa, accusando di non avere né acqua potabile né carburante a sufficienza per terminare la traversata. L'ennesima strategia delle Ong per scegliere i porti a loro più congeniali, in particolare Lampedusa, che però è già allo stremo con l'hotspot che deve far fronte alle migliaia di migranti che arrivano autonomamente sull'isola.

A seguito dello stop per la nave Aurora, il primo per questa nave, è arrivato l'ennesimo comunicato d'accusa da parte delle Ong contro l'Italia. Niente di diverso rispetto al solito, le rimostranze sono sempre le stesse, tanto che continuano a crescere i dubbi sui motivi che spingono queste barche e navi a fare rotta sempre e solo sull'Italia. Malta viene ignorata, nonostante l'isola sia, per esempio, in grado di gestire 70 migranti a fronte delle migliaia che arrivano in Italia ogni giorno. Ma lo Stato insulare non viene mai preso in considerazione, senza che vengano fornite giustificazioni ragionevoli e credibili.

"Viene contestato ad Aurora che, dopo avere comunicato l'impossibilità di raggiungere il porto di Trapani, non si sia coordinata con le autorità tunisine per sbarcare nel Paese nordafricano i naufraghi e di aver così messo in pericolo la sicurezza delle persone soccorse", dicono da Sea Watch, che si difende appellandosi alla strategia di Tunisi di espellere migranti irregolari, definita dalla Ong come "pogrom razzisti contro le persone migranti vengono perseguitati e deportazioni verso i confini desertici del Paese, dove non esiste un sistema di asilo e di accoglienza".

Le Ong decidono arbitrariamente quali Paesi sono ritenuti sicuri e quali no e in base a questo avanzano pretese sull'Italia. Sea Watch arriva a paragonare la sua barca Aurora a quelle militari italiani, che sbarcano a Lampedusa, ergo anche a loro dev'essere concesso lo stesso diritto. Un paragone che va oltre ogni logica. "È stato lo Stato italiano a mettere in pericolo la salute delle persone a bordo e non le decisioni dell'equipaggio di Aurora", prosegue il capomissione della Ong tedesca, che poi chiosa: "L'Europa tende una trappola mortale ai suoi confini. Come tutti sappiamo lascia annegare le persone di proposito".

Un'accusa gravissima contro la quale in una società diversa la politica europea si solleverebbe in modo bipartisan. E invece no. Intanto Aurora dovrà restare per i prossimi 20 giorni a Lampedusa ed è una delle navi usate dalle Ong nella strategia di aggiro del decreto Piantedosi.

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