Stuprata dal branco e poi licenziata: l'assurda storia di una 32enne

La manager milanese non si è ancora del tutto ripresa dallo choc ed è in cura. Il suo legale: "Vedeva nel lavoro la vera possibilità per ricominciare a vivere"

Stuprata dal branco e poi licenziata: l'assurda storia di una 32enne
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Aveva subito violenza sessuale da tre ragazzi che conosceva al termine di una serata trascorsa in un locale ai Navigli, a Milano, a marzo dello scorso anno. Uno choc da cui faticosamente sta cercando di riprendersi ma, negli ultimi giorni, è arrivato un duro colpo, l'ennesimo, che rischia di pregiudicare la sua completa guarigione. La donna, una manager di 32 anni, ha ricevuto una lettera di licenziamento "per giustificato motivo" dall'azienda di Assago per cui lavora, specializzata in brand di lusso. A riportare la notizia è il quotidiano La Stampa che entra nei dettagli della comunicazione ricevuta dalla dipendente.

La lettera di licenziamento

Nella missiva c'è scritto che è stata cancellata la posizione ricoperta dalla 32enne di "Service merchandiser", che si occupa di pianificare ed elaborare la collezione e il prodotto in base al mercato e alle tendenze specifiche di una determinata stagione. la nota continua evidenziando come queste mansioni siano state redistribuite "tra altri dipendenti attualmente impiegati presso di noi. La informiamo che, dopo attenta verifica, abbiamo constatato l’impossibilità di adibirla ad altre mansioni". Eppure, dal racconto della manager, che quando ha ricevuto la notizia ha avvertito anche un leggero malore, all'inizio l'azienda, per cui lavorava già da tre anni, le è stata molto vicina, facendole sapere di prendersi tutto il tempo necessario per recuperare la salute psico-fisica.

Il travaglio post violenza

La donna, comunque, ancora non si è ripresa del tutto dopo sei mesi trascorsi tra ospedali e sedute da psichiatri. A settembre scorso aveva riprovato a riprendere il suo posto in azienda, ma non era ancora pronta poiché aveva ancora bisogno di assistenza medica. A un anno esatto dalla violenza sessuale subita le è arrivato il licenziamento, come un fulmine a ciel sereno. "Come le è noto – è scritto nella lettera – il mercato in cui opera la società richiede il raggiungimento e il mantenimento di adeguati livelli di profittabilità. Al fine di conseguire tali obiettivi si rende necessario efficientare i nostri costi, aumentando la marginalità della nostra operatività".

La reazione della donna

La 32enne non ha preso bene la decisione dell'azienda. Il suo avvocato ha dichiarato al quotidiano piemontese: "Vedeva nel lavoro la vera possibilità di ricominciare a vivere e, quando le hanno consegnato la lettera di licenziamento, è addirittura svenuta. È stato necessario anche l'intervento dei medici del 118. La verità è che, purtroppo, erano finiti su delle chat alcuni filmati della violenza e per l'azienda sarebbe stata una perdita di credibilità. E poi non avevano tempo di aspettarla, di permetterle di riprendersi al cento per cento sia fisicamente sia psicologicamente". Da parte loro, i dirigenti dell'azienda respingono al mittente qualsiasi accusa ritenendo il licenziamento motivato e inevitabile. L'azienda avrebbe offerto 5mila euro per chiudere il rapporto di lavoro.

La vicenda giudiziaria

Lo scorso

mese di gennaio, intanto, con rito abbreviato, la gup di Milano, Sofia Fioretta, ha condannato a 3 anni e 7 mesi e 5 anni d'interdizione dai pubblici uffici un 23enne di Padova perché accusato dello stupro.

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