"Per noi è un punto di partenza". La provocazione degli eco-attivisti condannati per aver bloccato il traffico

A Bologna tre eco-attivisti di Ultima Generazione finiti a processo per aver bloccato il traffico sono stati condannati a sei mesi per violenza privata ed interruzione di pubblico servizio. E una di loro si è detta non pentita del gesto, parlando di "punto di partenza"

"Per noi è un punto di partenza". La provocazione degli eco-attivisti condannati per aver bloccato il traffico
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Erano finiti a processo dopo aver bloccato la circolazione veicolare sulla tangenziale di Bologna, in segno di protesta. E nelle scorse ore, sono stati condannati a sei mesi (con sospensione della pena) per violenza privata ed interruzione di pubblico servizio. Protagonisti della vicenda che arriva da Bologna sono tre attivisti di Ultima Generazione, i quali sono invece stati assolti dalle altre accuse di danneggiamento, manifestazione non autorizzata e violazione del foglio di via. Ai tre imputati sono state concesse le attenuanti generiche. E in una delle "stories" pubblicate su Facebook sulla pagina di Ultima Generazione, una dei giovani finiti davanti al giudice non ha risparmiato quella che sembra una considerazione provocatoria, dicendosi tutt'altro che pentita del gesto compiuto insieme ai compagni.

"Condannati a sei mesi di carcere con pena sospesa. Non è una vera vittoria, il giudice ha riconosciuto l'alto valore morale di quel che ci ha portato al processo - le sue parole - un buon punto di partenza, non sono pentita di quel che ho fatto. E ricordo che lo stesso giorno in cui venivamo arrestati, c'è stata l'alluvione in Toscana". Il loro blitz aveva causato non pochi disagi agli automobilisti bolognesi lo scorso 2 novembre. Per riaprire il traffico anche sulla corsia di sorpasso è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco che, con martello, scalpello e tanta pazienza, hanno staccato due dei manifestanti che si erano coperti le mani con cemento a presa rapida, ancorandosi all'asfalto. Entrambi erano poi stati presi in carico dal 118 e portati al pronto soccorso dell'Ospedale Maggiore. Episodi del genere stanno verificandosi con una certa frequenza in tutta Italia.

E proprio oggi, la Camera ha approvato con 138 voti favorevoli il ddl contro gli eco-vandali voluto dal governo. Un atto che prevede sanzioni più pesanti verso chi vandalizza edifici e monumenti: si va da un minimo di 10mila ad un massimo di 60mila euro, che costituiranno un fondo al Ministero della Cultura per il ripristino delle opere vandalizzate. "Atti che ricadono sui cittadini italiani, ma che devono invece ricadere su chi li ha promossi e prodotti - ha commentato il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano - per un principio di giustizia". Una "stretta" che gli esponenti di Ultima Generazione non hanno ovviamente gradito. E l'hanno fatto presente sempre sui social, in una "storia" dai tratti surreali.

""Mentre il tribunale riconosce l'alto valore morale delle motivazioni che ci spingono all'azione - il loro pensiero - il governo decide di aumentare le pene. Non è normale". Ma chi imbratta monumenti, da oggi, rischia pene più severe.

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