“Oscenità concettuale”. Tre poliziotti feriti negli scontri di Palermo

Negli scontri di Palermo nel giorno dell'anniversario della morte di Giovanni Falcone un gruppo di antagonisti ha ferito alcuni poliziotti in servizio

“Oscenità concettuale”. Tre poliziotti feriti negli scontri di Palermo
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La sinistra urla e strepita per il blocco di una manifestazione di protesta organizzata nella giornata di ieri, anniversario dell'uccisione del giudice Falcone a Palermo. Gridano alla censura, attaccano il governo e lo accusano di voler silenziare il dissenso ma quanto accaduto nel capoluogo siciliano è ben diverso rispetto a quello che vogliono far passare alcuni dei soliti soloni che non aspettano altro che mordere ai calcagni Giorgia Meloni.

"Fra le diverse iniziative promosse si è registrata anche la presentazione di un preavviso per un corteo, promosso da svariate sigle, che ha registrato la presenza al proprio interno di gruppi riconducibili a frange antagoniste", si legge nel comunicato ufficiale della questura di Palermo che, proprio per queste presenze che avrebbero potuto causare problemi, ha deciso di intervenire e "in sede di Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica si è ritenuto inopportuno far giungere il corteo nei pressi dell'Albero Falcone".

E mentre le forze dell'ordine tentavano una interlocuzione con i manifestanti, proponendo lo spegnimento dell'amplificazione del furgone per consentire un avvicinamento al luogo simbolo, che è successo l'impensabile. "Un gruppo di circa 100 manifestanti ha forzato il presidio di polizia, causando il ferimento di 1 funzionario della polizia di Stato ed altri 2 poliziotti che hanno riportato prognosi che vanno dai 10 ai 15 giorni", spiega la questura. Ora sono in corso le analisi delle immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza per individuare i responsabili ma quanto accaduto è una gravità estrema.

"È un’oscenità, reale e concettuale. Il fatto in sé è aberrante, e rende l’idea di quanto ancora ci sia da fare verso l’obiettivo di una legalità diffusa, di un senso del rispetto, di un modo anche di saper affermare le proprie idee", denuncia Valter Mazzetti, segretario generale Fsp polizia di Stato. "Siamo vicini ai colleghi rimasti vittime della ‘libera manifestazione’ del pensiero di chi pensa che avere qualcosa da dire giustifichi aggredire chi veste una divisa, e li ringraziamo perché continuano indefessi a portare avanti gli insegnamenti di chi ci ha preceduto e ci ha rimesso la vita", prosegue il sindacalista, evidenziando il controsenso di quanto accaduto.

Quindi, Mazzetti ha concluso: "Continuare a celebrare giornate come quella di ieri è giusto, per tenere alti i valori che hanno visto

tanti appartenenti alle forze dell’ordine immolarsi per difenderli, e per diffonderli respingendo via via definitivamente chi ancora vive secondo le ‘non regole’ della violenza, della prepotenza, della sopraffazione".

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