Nemmeno nel giorno di in cui si ricorda il sacrificio di Giovanni Falcone, di sua moglie e degli agenti della scorta si riesce a rimanere uniti e a non creare disordini. Sono surreali le immagini arrivate direttamente da uno dei cortei organizzati a Palermo per commemorare il magistrato, ucciso trentuno anni fa dalla mano di Cosa nostra. Momenti tesi, tesissimi in via Duca della Verdura dove manifestavano alcune associazioni studentesche di sinistra, affiancati dalla Cgil, Agende Rosse, Anpi, comitati e diverse associazioni antimafia.
Dispiegati oltre 500 agenti per fermare il corteo
I manifestanti sono stati fermati dalla polizia all’incrocio con via Piersanti Mattarella. Di fronte a loro si trovavano due mezzi blindati della polizia, dei carabinieri e due cordoni di agenti in tenuta antisommossa. Il blocco non ha fatto piacere ad alcuni dei partecipanti al corteo. Dopo pochi minuti i manifestanti hanno canticchiato alcuni cori. “Fuori la Mafia dallo Stato”, queste le parole ripetute dai ragazzi e dagli associati rivolte ai militari presenti sul luogo.
Di lì non potevano passare
Sembra però che la manifestazione non sarebbe potuta arrivare fino a quella zona. Come ha riportato il Giornale di Sicilia, una limitazione del Prefetto di Palermo Leopoldo Laricchia nell'autorizzazione al secondo corteo sanciva che il gruppo si sarebbe dovuto fermare nei pressi del teatro Politeama, ma questo ovviamente non è accaduto. Dopo alcuni minuti i poliziotti sono stati costretti a far passare il corteo che si stava dirigendo verso l’albero di Falcone.
Alcuni cittadini disgustati dal comportamento dei manifestanti
“Sgradevole e inadeguato il comportamento di alcuni comunisti al corteo - ha lamentato un anziano a IlGiornale.it mentre assisteva al corteo - una giornata del genere dovrebbe unire tutti aldilá del proprio colore politico. Non capisco tutta questa rabbia contro chi sta soltanto cercando di far rispettare l’ordine pubblico”.
Questa mattina è morto l'avvocato dei parenti dei due giudici
È morto questa mattina ad 81 anni Francesco Crescimanno, celebre avvocato del foro di Palermo. In alcuni processi aveva anche assistito diversi famigliari di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Da tempo l’uomo era malato.
“Ci sono uomini che lasciano il segno - ha ricordato l’Ordine degli avvocati con una nota ufficiale - "ci sono Avvocati che amano la Giustizia. Francesco Crescimanno è stato un Principe del Foro, un esempio per tutti quanti noi, un modello a cui ispirarsi. L’Avvocatura palermitana piange oggi uno dei suoi maestri”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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