"Più devastante del '66": la Toscana in ginocchio fa la conta dei danni

Allagamenti, frane, smottamenti, morti e sfollati: la Toscana è dentro un incubo vissuto soltanto nel 1966: ecco i danni provocati dalla tempesta Ciaran

"Più devastante del '66": la Toscana in ginocchio fa la conta dei danni
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Le scene di distruzione sono sotto gli occhi di tutti: all'indomani della tempesta Ciaran che ha provocato un'alluvione in Toscana quantificare i danni è impresa ardua. Innanzitutto, ancora una volta il tributo delle vite umane è stato disastroso: sette morti e ancora altri dispersi con i Vigili del Fuoco che lavorano da 24-36 ore senza sosta. Non si contano le evacuazioni, gli allagamenti e le migliaia di famiglie ancora senza luce elettrica come ha fatto sapere l'Enel (novemila le utenze al buio). La settima vittima accertata è Gianni Pasquini, l'uomo di 69 anni che risultava ancora disperso a Campi Bisenzio.

"Peggio del '66"

Tra le zone più colpite c'è Campi Bisenzio, Comune al confine tra Firenze e Prato dove c'è gente che ha passato la notte sui tetti in attesa che il livello dell'acqua iniziasse a scendere. "Entrava da tutte le parti, di qua, di là, non era possibile fermarla… abbiamo perso tutto", ha raccontato al Corriere un cittadino disperato con moglie e figlia che fanno la spola nella vita antistante casa per provare a far defluire l'acqua. I paragoni con l'alluvione del 1966 si sprecano ma per molta gente "questa è peggio, più violenta, più devastante per noi". Colpite dalla violenza del maltempo anche le frazioni vicine con l'Arno che, per fortuna, ha mantenuto gli argini.

Non è andata così, però, per decine di fiumi minori e torrenti che hanno travolto tutto quello che incontravano nel loro cammino: campi, automobili, di tutto, distruggendi uliveti e granoturco. A Prato è esondato il Bardena che "ha fatto un buco di 100 metri sulla riva, non era mai successo", ha spiegato al quotidiano un funnzionario del Comune. Gli sfollati sono tanti: l'unico conforto è quello di parenti e amici che li ospitano fin quando non potranno tornare nelle loro abitazioni. Il fango è dappertutto, i volti della gente sono tristi e smarriti. "Una volta quando faceva maltempo si telefonava a Prato e si sapeva in anticipo come sarebbero andate le cose, ci si programmava - racconta Andrea Falsetti, ex consigliere comunale in soccorso della madre - Ora invece succede tutto di colpo, in due ore ti ritrovi l’acqua che sale di due metri, come si fa?".

Sopralluoghi per la conta dei danni

Come detto, Fabrizio Curcio si è recato questa mattina in Toscana per fare un sopralluogo nelle zone colpite dall'alluvione e il punto con il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani. Nel frattempo arrivano tempestivi anche gli aiuti dalle altre zone d'Italia: la colonna mobile di Protezione civile della Regione Piemonte è partita verso la Toscana con 90 volontari del Coordinamento regionale, del Corpo AIB e dell'Associazione nazionale carabinieri, due funzionari della Regione, otto idrovore di varia portata, cinque mini pale con un mini escavatore, sei mezzi pesanti, undici mezzi leggeri e 12 pickup.

Il disastro è caduto dal cielo: circa 150-200 mm di pioggia in base alle zone in sole sei ore, lo stesso quantitativo che dovrebbe cadere in 30 giorni. Per questa ragione canali, fiumi e torrenti non hanno retto.

Gli ospedali di Prato e Pontedera si sono allagati e rimasti inaccessibili per diverse ore, nella città di Qarrata (Pistoia) l'acqua è arrivata fino ai secondi piani delle abitazioni, gli interventi dei pompieri a Pisa sono stati oltre 150 mentre a Viareggio una violenta mareggiata ha spazzato tutto il litorale allagando la passeggiata del Belvedere delle Maschere.

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