"Ricostruzioni inaccettabili". La verità sul guardrail della strage a Mestre

Le accuse della stampa sulla tenuta del guardrail indignano l'assessore comunale ai Trasporti, Renato Boraso. "Affermazioni inaccettabili"

"Ricostruzioni inaccettabili". La verità sul guardrail della strage a Mestre
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La tragedia del bus precipitato a Mestre deve ancora trovare l'esatta dinamica. Come abbiamo visto sul Giornale, tra gli enigmi di questa vicenda c'è quella legata al guardrail: il vicepremier e ministro delle Infrastrutte e Trasporti, Matteo Salvini, si è già espresso sulla vicenda spiegando che non è quello ad aver causato l'incidente.

Le dichiarazioni dell'assessore

Sulla stessa lunghezza d'onda anche l'assessore comunale ai Trasporti, Renato Boraso, che se l'è presa con una parte della stampa in merito alle ricostruzioni dell'incidente. "Sono affermazioni inaccettabili quelle che ho letto. Il bus non è caduto perchè 'c'era un bucò di un metro e mezzo nel guardrail. Quel buco è un varco di sicurezza, di servizio, previsto dal progetto originario del manufatto", ha dichiarato, sottolineando che l'autobus "è caduto 50 metri dopo il varco, dopo aver strisciato sul guardarail, senza segno di frenata o contro-sterzata. O vogliamo dire che senza il 'buco' la barriera avrebbe tenuto un mezzo in corsa, che sbanda, di 13 tonnellate?"

Boraso, poi, si chiede e vorrebbe sapere come mai il conducente del bus non abbia "frenato nè mai controsterzato? Vogliamo capire che striscia per una decina di metri contro il guardrail e questo non cede mai? Ognuno faccia le sua valutazioni ma anche a me da autista è capitato di toccare il guardail e la prima cosa che si fa istintivamente è controsterzare. Lì bisogna fare chiarezza".

"Nostri uffici non sono assassini"

È un fiume in piena l'assessore che, intervistato dall'Agi, se la prende con chi punta il dito contro di loro. "Noi ci sto all'idea di far passare i nostri uffici come assassini. Difenderò il loro operato in ogni modo. Poi sarebbe anche da chiederci se è normale che il Comune debba mettere le mani e impiegare soldi per sistemare una opera fatta allo Stato negli anni '70", spiegango che è dal 2016 che c'è l'impegno per sistemare quel tratto di guardarail. "Non si può affidare 7 milioni di euro di lavori senza una gara d'appalto. Chiediamoci invece perchè in Italia una procedura per dei lavori debba essere così lunga".

L'immagine satellitare

Un'immagine fotografata dai satelliti di Google Maps dell'anno scorso mostra che sul cavalcavia di Mestre un tratto di guardarail è assente. Tra le varie cause al vaglio degli inquirenti ci sarebbe quindi anche una barriera di protezione obsoleta. La procura di Venezia, che indaga sulla tragedia dove sono morte 21 persone, sta valutando tutte le ipotesi. L'assessore Boraso, però, spiega anche i motivi per cui quella piccola interruzione (il "buco" sopra menzionato) non può essere stata la causa degli avvenimenti: la mancanza di un metro e 50 di guardrail si trova in un "punto di passaggio, un varco di accesso per motivi di sicurezza, per la manutenzione", spiega all'Adnkronos. "Si tratta di una piccola interruzione che si trova, talvolta, lungo i guardrail. Non vorrei che qualcuno pensasse che 13,5 tonnellate si sarebbero fermate per un metro e cinquanta" in più di barriera.

I punti chiave della vicenda

Resta da capire, a questo punto, come sia stato possibile che lungo un rettilineo in discesa il bus sia sbandato perdendo il controllo: Boraso aggiunge che il guardaril non può nemmeno essere considerato "una concausa perché siamo in un rettilineo", aggiungendo comunque che "sicuramente la doppia fila di guardrail è vetusta perché così abbiamo ereditato questo cavalcavia", che adesso si trova nel mezzo di un progetto di ammodernamento dal costo di 6,5 milioni di euro. "Non è che un metro e mezzo impedisce la caduta", dice Boraso, assicurando che il bus è precipitato "25 metri dopo", conclude.

Le parole del Procuratore

"Non abbiamo alcun elemento per trarre conclusioni sul guardrail, per questo ci serve una perizia", ha dichiarato il Procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi, parlando del varco di servizio di un metro e mezzo presente lungo il guardrail sfondato dal pullman precipitato a Mestre. Per il magistrato non risulta che qualcuno abbia definito "marcia quella barriera".

"Sul guardrail - ha aggiunto - faremo tutte le attività del caso, iniziando da una consulenza tecnica, appena avremo trovato il soggetto idoneo per farla. Servono conoscenze tecniche, non giuridiche. Per ora non abbiamo acquisito documenti sulla rampa dal Comune".

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