Irregolare, poi rifugiato e col Corano in tasca: chi era l’aggressore di Rimini

Muhammad Sitta aveva 23 anni, era egiziano ed era arrivato irregolarmente in Italia nel 2022. Aveva ottenuto protezione internazionale e seguiva corsi per l'inserimento, percependo un sussidio

Scena del delitto a Villa Verucchio
Scena del delitto a Villa Verucchio
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Il 31 dicembre, il piccolo centro di Villa Verucchio è stato sconvolto dall'aggressione a mano armata di Muhammad Sitta, che ha accoltellato quattro persone a caso prima di essere neutralizzato dai carabinieri. Come riferisce il Resto del Carlino, nella tasca della giacca, durante l'attacco, aveva una versione tascabile del Corano e una misbaha, una collana in grani che i musulmani utilizzano per la loro preghiera. Il comandante della stazione locale che, dopo aver intimato l'alt e aver sparato i colpi di avvertimento è stato costretto a colpirlo per non essere a sua volta raggiunto dai fendenti, è attualmente indagato per eccesso colposo di legittima difesa. Nel frattempo emergono informazioni più dettagliate sull'egiziano, che aveva 23 anni e che era arrivato nel nostro Paese nel 2022 tramite il mare. Un migrante irregolare tra gli oltre 105mila che sbarcarono in Italia quell'anno.

È arrivato nell'entroterra romagnolo in seguito allo smistamento compiuto per ragioni logistiche e da qui aveva anche chiesto asilo, che gli era stato concesso. Sitta era, a tutti gli effetti, un rifugiato che godeva della protezione internazionale e, come tale, prendeva parte a un progetto finanziato dal ministero per l'inserimento sociale. Viveva in un appartamento messo a disposizione da una cooperativa sociale a Villa Verucchio e, mentre partecipava ai corsi professionalizzanti, in attesa di un'occupazione fissa riceveva anche un sussidio. Gli investigatori stanno scavando nel suo passato, di cui si sa poco o niente prima dell'arrivo in Italia. L'aspetto che le autorità stanno esplorando con particolare interesse riguarda i rapporti che l'uomo potrebbe aver stretto prima di lasciare le coste del nord Africa per raggiungere il nostro Paese, sia in Egitto che altrove. La procura vuole conoscere la storia di quest'uomo per ricostruire poi ciò che l'ha portato ad accoltellare, con l'obiettivo di uccidere, quattro persone a caso nella notte di San Silvestro. La matrice e il movente sono ancora oscuri.

Nell'appartamento che Sitta condivideva in città con altri rifugiati, i carabinieri hanno trovato un tappetino per la preghiera e farmaci antipsicotici. Eppure non sono finora emerse risultanze che fosse in cura per problemi di salute mentale. L'autopsia che verrà condotta nelle prossime ore servirà anche a capire se durante l'assalto l'uomo fosse sotto l'effetto di sostanze, quali medicinali psicotropi o droghe. In contemporanea, gli investigatori stanno ascoltando le registrazioni che hanno immortalato il momento dell'attacco, perché l'uomo mentre conduceva il suo assalto ha pronunciato frasi in arabo che sono tutt'ora in corso di traduzione e che possono risultare fondamentali per decifrare quanto accaduto. La pista terroristica non è esclusa, perché sebbene non ci siano collegamenti diretti con organizzazioni di quel tipo, Sitta potrebbe essere stato un "lupo solitario" che ha agito per ragioni religiose. Gli investigatori stanno indagando a 360 gradi sul caso, nessuna ipotesi viene scartata e anche per questa ragione si stanno analizzando le identità alias dell'uomo sui social.

"Seguiamo con attenzione gli sviluppi della vicenda riservandoci, ove necessario, di intervenire anche in sede legislativa qualora l'attuale normativa non garantisca piena operatività e tutela alle nostre Forze dell'Ordine nell'esercizio delle loro funzioni e competenze, le quali devono essere da loro svolte con la concreta convinzione che lo Stato è dalla loro parte", ha dichiarato Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera.

"Da quanto noto, risulta evidente il fatto che il carabiniere si è trovato nell'esigenza di rispondere alla minaccia incombente per assicurare l'incolumità sua e di tutte le persone esposte al pericolo in essere", si legge ancora nella nota dell'onorevole Bignami.

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