Sparatoria di Monreale, l'assassino confessa ma poi non risponde. Come è stato riconosciuto

La Procura di Palermo ha disposto il fermo di un ragazzo di 19 anni per la strage di Monreale, ma è caccia agli altri complici della rissa

Sparatoria di Monreale, l'assassino confessa ma poi non risponde. Come è stato riconosciuto
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I carabinieri di Palermo hanno fermato nella notte Salvatore Calvaruso, con l'accusa di avere ucciso a colpi di pistola tre giovani di Monreale al culmine di una rissa. Nei confronti del 19enne, ritenuto responsabile dei reati di strage, porto abusivo e detenzione illegale di arma da fuoco è iniziata una vera e propria ricostruzione delle ultime ore. Il giovane poi è stato identificato grazie alle testimonianze e alle telecamere di videosorveglianza. Nella notte il pm Felice De Benedittis ha firmato il decreto di fermo, che ora passerà al vaglio del gip di Palermo per la convalida del provvedimento.

Lo scooter, il telefono e gli occhiali

Gli elementi che incastrano Calvaruso sono tre: lo scooter che aveva sabato notte, lo smartphone che aveva in tasca e gli occhiali che indossava. Calvaruso ieri mattina si era presentato in caserma dicendo di avere subito il furto del proprio scooter. Secondo la Procura di Palermo, che indaga sul triplice omicidio, si tratterebbe di una mossa per sviare le indagini. Subito dopo la strage il ragazzo si è disfatto del suo cellulare"in quanto contenente verosimilmente elementi che avrebbero potuto compromettere la sua posizione, in caso fosse finito in possesso dell'autorità giudiziaria" . Sul luogo della rissa che ha preceduto gli omicidi sono poi stati trovati gli occhiali che Calvaruso, che in sede di dichiarazioni spontanee aveva confessato, aveva detto di aver perso. Inoltre un amico del ragazzo, sentito dai magistrati, ha sostenuto di aver prestato il motorino all'indagato la notte della sparatoria e che poche ore dopo questi si sarebbe presentato a lui chiedendogli di denunciare il furto del mezzo perché aveva "combinato un macello sparando ed uccidendo due persone" (in un primo momento i morti erano due ndr). Il testimone ha descritto l'abbigliamento dell'amico che corrispondeva a quello che l'indagato aveva detto di indossare. Calvaruso infine è stato riconosciuto da testimoni in foto.

La relazione del Pm

Secondo quanto scritto nel provvedimento di fermo: "Intorno all'una e trenta del 27 aprile si è scatenata una furiosa aggressione, verosimilmente scatenata da futili motivi, da parte di un gruppo (di 5 elementi) di ragazzi palermitani nei confronti di alcuni ragazzi del posto. A un certo punto, nel corso della confusione scatenatasi, almeno due elementi facenti parte del gruppo palermitano, utilizzando le rivoltelle in loro possesso, ha aperto il fuoco scaricando oltre 20 colpi di pistola". Secondo quanto riferito dai testimoni, nella strada della strage erano presenti tra le 50 e le 100 persone. Circostanza che "ha indubbiamente messo a repentaglio l'incolumità pubblica", scrive la Procura nel fermo. "Sparando molteplici colpi (sulla base dei rilievi della polizia giudiziaria sono stati rinvenuti più di 20 bossoli), ad altezza d'uomo - si legge nel provvedimento di fermo emesso dalla Procura - (alcuni proiettili hanno colpito delle fiorire alte circa un metro, un altro ha infranto il parabrezza anteriore di un'auto parcheggiata sulla strada) in un tratto di strada molto affollato. È stato infatti solo un caso che le persone attinte dai proiettili siano state solo cinque, di cui tre mortalmente, e non si siano invece prodotte invece più vittime", conclude il provvedimento.

La ricerca dei complici

Nonostante il fermo del 19enne palermitano, l'inchiesta della Procura di Palermo non si ferma e non potrebbe essere diversamente, visto che i nodi da sciogliere sono diversi. I magistrati, guidati dal procuratore Maurizio de Lucia, sono a caccia dei complici di Calvaruso. Si tratta di almeno tre o quattro ragazzi che avrebbero partecipato alla sparatoria. Come si legge nel provvedimento di fermo del pm Felice De Benedittis, sono stati sparati almeno venti colpi di pistola nella notte tra sabato e domenica, davanti al bar 365 di Monreale, a due passi dal Duomo. "Calvaruso, che inizialmente aveva deciso di collaborare con l'autorità inquirente rendendo dichiarazioni spontanee e ammettendo la proprie responsabilità, successivamente, sottoposto a interrogatorio si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Sicché - si legge nel provvedimento - appare estremamente probabile che l'indagato, valutando le gravose conseguenze, in termini di eventuale pena, dell'accertamento delle condotte per cui si procede, consapevole di essere sottoposto ad indagini e del fatto che le stesse siano in procinto di accertare definitivamente le proprie responsabilità, possa darsi alla fuga, facendo perdere le proprie tracce, qualora restasse in libertà".

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