Sculli si chiama fuori dall'inchiesta sugli ultras

L'ex calciatore di Juve, Genoa e Lazio smentisce i suoi legami con i tifosi a processo per le presunte infiltrazioni della 'ndrangheta nelle curve

Sculli si chiama fuori dall'inchiesta sugli ultras
00:00 00:00

«La Procura di Milano non mi ha mai interrogato? Mica ero un tifoso io e nemmeno lo sono, con gli ultras non c’entro. Mai frequentati certi ‘ndranghetisti né certi ristoranti». A parlare con Klaus Davi è Giuseppe Sculli, ex calciatore di Juventus, Lazio e Genoa in serie A nonché nipote del boss di ‘ndrangheta Giuseppe Morabito detto Tiradrittu, alla vigilia del processo sugli ultrà con rito immediato che si terrà giovedì 20 febbraio e che vedrà imputati i tre esponenti della Curva Sud Christian Rosiello, Riccardo Bonissi e Francesco Lucci, fratello del capo ultrà milanista Luca Lucci.

Al talk KlausCondicio, già online su YouTube, Sculli ha parlato dei suoi rapporti con Andrea Beretta e Vittorio Boiocchi, gli ex capi della curva dell’Inter su cui ruota l’inchiesta Doppia Curva della Dda di Milano sulle presunte infiltrazioni mafiose nelle tifoserie organizzate di San Siro che ha visto lo stesso Sculli chiamato più volte in causa come ipotetico paciere tra i supporter di Inter e Milan e per un ipotetica frequentazione degli stessi ultrà nel suo ristorante: «Se sono venuti Boiocchi e gli altri, io non c’ero. Magari sono andati ma io non c’ero. È un posto pubblico, si può anche andare, ma io rapporti con questi non li ho mai avuti».

Sculli ha anche detto di conoscere Andrea Beretta: «L’ho incontrato perché lavorava all’Hollywood e io da calciatore ci andavo a ballare. Lo incontravo ma solo per cose di campo, non mi interessava nient’altro. Cosa mai poteva dare Beretta a me o io a lui? Niente. Mentre Antonio Bellocco - rampollo dell’omonima cosca, ammazzato a coltellate dallo stesso Beretta, che oggi si è pentito, ndr - non l’ho mai incontrato, non lo conoscevo e non lo conosco».

Ma a essere interessanti sono le sue frequentazioni con un altro ex tifoso eccellente del Milan, Enzo Anghinelli, ferito alla testa il 12 aprile del 2019 da due killer in scooter in via Cadore, zona Porta Romana, a Milano e salvo per miracolo. Per l’agguato sono indagati lo stesso Luca Lucci e il suo braccio destro Daniele Cataldo. «Anghinelli e suo figlio vennero al mio matrimonio in Calabria, abitava accanto al ristorante dove andavo io, c’era un rapporto di amicizia ma quello che faceva o che fa non mi interessa, non ho bisogno né di Anghinelli né di nessun altro». Ma è vero che ha fatto da paciere? «Non è vero che tentato una mediazione nella curva del Milan, a me non risulta ’sta cosa qua, fattela dire da lui, a me non si è mai rivolto nessuno».

Quanto invece a personaggi come Aldo Zaccagni, Giuseppe Calabrò detto «Dutturicchiu» e Mommino Piromalli, Sculli ha negato di averli mai conosciuti, nega di aver frequentato il ristorante «I Malacarne», di proprietà del calabrese Rosario Calabria (in carcere) e frequentato anche dal capo ultras del Milan Lucci, così come l’ex calciatore nega di essere un pusher di droga come riferisce un altro ’ndranghetista.

Durante l’intervista si è passato anche del passato calcistico di Sculli. «Se non fossi stato il nipote di Tiradritto avrei potuto giocare in Nazionale ma non ci sono mai arrivato eppure ci giocano delle pippe mostruose. Mi impedirono nel 2004 di andare al Quirinale, ricevuto dal presidente Carlo Azeglio Ciampi per la medaglia di bronzo alle Olimpiadi, la cosa mi ferì, fu una forma di discriminazione umana e sportiva: se invitano 17 giocatori e tu che sei il diciottesimo no, come ti sentiresti?», ha dichiarato Sculli parlando del suo passato da calciatore.

E sul suo possibile ritorno in Calabria ecco cosa dice: «Non ci tornerò mai più.

È una terra bellissima però lì che futuro potrei garantire ai miei figli? Cosa gli posso garantire, che vadano al bar, che si bevano la birra e che che giochino a carte dalla mattina fino alla sera? Questo non lo voglio».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica