"Se Alfredo muore ve la facciamo pagare". Guerriglia a Torino al corteo per Cospito

Vetrine spaccate, barricate, incendi, auto prese a mazzate e pali divelti. Quasi un migliaio i caschi neri arrivati a Torino per la manifestazione in solidarietà all'anarchico in sciopero della fame. Il medico: "La situazione si sta deteriorando rapidamente".

"Se Alfredo muore ve la facciamo pagare". Guerriglia a Torino al corteo per Cospito

“Se Alfredo muore dobbiamo fargliela pagare, dovranno pentirsi amaramente questi vigliacchi assassini”. La voce al megafono è dello storico militante anarchico Lello Valitutti. Lo hanno seguito in quasi un migliaio di manifestanti, questo pomeriggio, in preda a una follia distruttiva che ha avuto libero sfogo per le vie di Torino. Il no della Cassazione alla revoca del 41bis per Alfredo Cospito ha riacceso gli animi della galassia anarchica, giunta a Torino da tutto il nord Italia (Milano, Bologna, Trento) e dall’estero con gli anarchici spagnoli e i greci, in risposta alla grande chiamata in solidarietà ad Alfredo e Anna (Beniamino, la compagna ora reclusa a Rebibbia) imputati per strage politica.

Il risultato è stato poco meno che disastroso. Vetrine distrutte, auto prese a mazzate di cui una con un tombino di ghisa. Pali pubblicitari e cartelli stradali divelti e usati come ariete contro la polizia. Fumogeni, bancali incendiati. Bombe carta e petardi. Il lungo corteo è partito due ore dopo l’appuntamento, fissato in piazza Solferino, pieno centro a Torino, alle 16.30.
Il gigantesco dispiegamento di forze dell’ordine - polizia, carabinieri, guardia di finanza, vigili - ha impedito che la situazione degenerasse. Nonostante in molte occasioni si sia sfiorato il contatto tra forze dell’ordine e manifestanti, quel momento non è arrivato. La guerriglia è andata avanti per il centro producendo danni alle cose, terrorizzando i passanti. E ora si contano i danni.

A inasprire la tensione, gli ultimi aggiornamenti sulla situazione clinica di Cospito - da oltre 130 giorni in sciopero della fame - riferiti dal medico tramite l’avvocato Flavio Rossi Albertini: “La situazione si sta deteriorando rapidamente”. Oltre ai liquidi, acqua e soprattutto the, il detenuto (ritornato di recente in cella a Opera dall'ospedale San Paolo) starebbe assumendo due cucchiai di zucchero e un cucchiaino di sale, mentre avrebbe smesso di prendere integratori e vitamine.

La tensione era altissima già da diversi giorni. Il volantino “A fianco di Alfredo, a fianco di chi lotta”, per il corteo in solidarietà a Cospito, era stato tradotto in diverse lingue. E la chiamata “alle armi” è stata pubblicizzata dappertutto: i muri della città, da Vanchiglia a piazza Solferino (da cui è partito il corteo) erano tappezzati di locandine. Della manifestazione se ne parlava sui canali d'area, sui social, sulle riviste, nelle trasmissioni radio. Il luogo dell'adunata, Torino, non è stato casuale. Qui infatti Cospito rischia l'ergastolo per strage politica. Nel merito: lui e la compagna Anna Beniamino (reclusa a Rebibbia) sono accusati di avere piazzato due ordigni alla caserma allievi carabinieri di Fossano, nel cuneese, nella notte tra il 2 e il 3 giugno 2006. Attentato in cui – fortunatamente – non ci furono feriti. Anche se le intenzioni erano altre.

Fuori dalla caserma di Fossano fu fatto esplodere un ordigno a bassa potenzialità, scrive la Cassazione, “per attirare sul posto gli appartenenti alle forze dell’ordine con l’intenzione di attingere questi ultimi con un secondo e più potente ordigno”.

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