Tutte le ipotesi sono ancora sul tavolo. Impossibile, in questa fase, affermare con certezza che cosa abbia provocato l'incidente di Mestre, dove un bus è precipitato da un cavalcavia causando la morte di 21 persone, di cui due bambini, e il ferimento di 15. Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire gli istanti precedenti allo schianto del mezzo, raccogliendo prove, ascoltando testimoni e unendo più punti possibili. Nelle ultime ore è spuntato un video che potrebbe aiutare a fare luce sull'accaduto. La Procura di Venezia, che ha escluso contatti del pullman con altri mezzi, ha avviato un'inchiesta ed ha aperto un fascicolo con l'ipotesi di omicidio stradale plurimo. "Stiamo lavorando sulla dinamica dell'incidente che ha visto il bus toccare e scivolare lungo il guardrail per un cinquantina di metri, e infine, con un'ulteriore spinta a destra, precipitare al suolo", ha detto il Procuratore di Venezia Bruno Cherchi.
La manovra eccessiva dell'autobus
Il Corriere della Sera ha parlato di un video nel quale si vedrebbero le auto in coda sul cavalcavia, compreso l'autobus che, all'improvviso, effettuerebbe un movimento strano. Le telecamere nell'area avrebbero ripreso la scena e un video mostrerebbe il mezzo trovarsi sulla parte destra della carreggiata. Chi ha visto quelle immagini ha sottolineato la manovra "eccessiva" del veicolo.
Qualcosa di incomprensibile per un autista esperto come era Alberto Rizzotto, che peraltro era entrato in servizio circa 90 minuti prima dell’incidente. Un'informazione non da poco, che dovrebbe esser utile ad escludere l'ipotesi di un colpo di sonno. E allora i riflettori sono puntati sulla richiamata manovra sospetta e apparentemente senza senso. La stessa che avrebbe spinto l'autobus nel vuoto, come descritto anche da un testimone alla guida di un'auto dietro al mezzo.
In uno scenario del genere riprende quota l'ipotesi della prim'ora, coincidente con un possibile malore di Rizzotto. Gli investigatori sottolineano però che è ancora presto per sbilanciarsi. Sarà possibile sapere qualcosa in più visionando la scheda video che si trova sull'autobus e che i vigili del fuoco, a notte fonda, stavano cercando di estrarre.
L'audio diffuso su WhatsApp
Tra le prime informazioni consultate ci sarebbe anche un audio diffuso via WhatsApp nella zona di Venezia e Mestre. Nella registrazione una donna affermerebbe di sapere chi è l'autista e dove lavorava. "Qualche testimone ha visto l’autobus prendere fuoco nella rampa di salita del cavalcavia", però il conducente "non poteva fermarsi perché era stretto fra altre macchine in coda", proseguirebbe il messaggio. A quanto pare, sarebbe stato in quel preciso momento che, nel fare una manovra, il mezzo sarebbe uscito di strada precipitando nel vuoto.
Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, ha parlato delle cause dell'incicente al Corsera. "È troppo presto per avere informazioni precise. Si rincorrono diverse voci. Il pullman pare che fosse nuovo. A bordo viaggiava un gruppo di turisti che stavano trascorrendo una vacanza in campeggio", ha dichiarato, aggiungendo che il luogo dove è accaduto l'incidente era un cavalcavia su cui passano ogni giorno migliaia di veicoli. "Non mi pare fosse particolarmente pericoloso. Come si può pensare che possa succedere una cosa del genere? È una disgrazia tra le più gravi a livello internazionale", ha chiarito lo stesso Zaia.
"Blackout" fisico
In queste ore, dunque, le autorità stanno lavorando per chiarire le cause del disastro di Mestre. Accanto alla teoria del guasto dell'autobus c'è chi ipotizza un malore del conducente. Già, perché il citato video, al vaglio degli inquirenti, dimostrerebbe come il mezzo sarebbe stato quasi fermo prima di sfondare il guardrail.
La dinamica dovrà essere ricostruita nei minimi dettagli. Da non escludere, quindi, la pista di un eventuale blackout fisico dell'autista, di un problema fisico improvviso che potrebbe essere compatibile con quanto descritto da chi ha visionato i primi filmati disponibili.
Massimo Fiorese, amministratore delegato de La Linea, ha spiegato che "l'autobus era nuovo e lui (l'autista ndr) era bravo". "Si vede il pullman, un mezzo molto pesante perché elettrico, poco prima di cadere dal cavalcavia. Il mezzo arriva, rallenta, frena. È quasi fermo quando sfonda il guard rail", ha aggiunto riferendosi al video.
Le indagini della Procura
La Procura di Venezia ha avviato un'inchiesta per fare luce sull'incidente. Nelle prossime ore verrano analizzate le immagini delle telecamere di sicurezza puntate sul cavalcavia, per capire meglio la dinamica dello schianto. Nel frattempo è stato aperto un fascicolo con l'ipotesi di omicidio stradale plurimo. "Non ci sono allo stato indagati - ha dichiarato il Procuratore Cherchi - mentre il guardrail, la zona di caduta del bus e lo stesso mezzo sono sotto sequestro".
Le autorità hanno inoltre acquisito la "scatola nera" del mezzo "che sarà esaminata - ha sottolineato lo stesso Cherchi - solo quando si saprà che non è un'operazione irripetibile altrimenti aspetteremo lo sviluppo dell'inchiesta, affinchè tutte le parti coinvolte possano avere le perizie di parte".
Il Procuratore ha quindi aggiunto ulteriori dettagli: "Non ci sono segni di frenata, nè contatti con altri mezzi. Non si è verificato alcun incendio nè dal punto di vista tecnico nè c'è stata una fuga di gas delle batterie a litio che ha provocato fuoco e fumo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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