Emergono nuovi dettagli sugli stupri di Caivano dopo l’arresto da parte dei carabinieri del branco di ragazzi che hanno ripetutamente abusato delle due cuginette di 10 e 12 anni. Pare che la madre della vittima più grande, una volta scoperte le violenze subite dalla figlia, abbia reagito rimproverandola, “dicendosi assai delusa da lei e sostenendo che, in qualche modo, l’avesse voluto lei”.
Questo dettaglio, sottolineato dal gip Fabrizio Forte, è solo la punta di un iceberg di orrori a cui le ragazzine sono state sottoposte per due mesi. Secondo la loro testimonianza, entrambe sarebbero inizialmente finite vittime dei fidanzatini, che le hanno corteggiate via Instagram e, dopo aver abusato di loro, le hanno “cedute” ai loro amici. Le cuginette hanno subìto pressioni e ricatti di ogni genere per piegarsi alle violenze: le hanno minacciate di non ridare loro i cellulari, di diffondere i video degli stupri e di raccontare tutto ai loro genitori. Oppure hanno agitato davanti ai loro volti un bastone, promettendo ritorsioni fisiche nel caso in cui non si fossero arrese agli stupri. “Girano tutti con i tirapugni, picchiano gli altri ragazzi”, raccontano le vittime.
I carnefici sono dei violenti che amano fare del male e che vivono nell’illegalità anche al di fuori di questo specifico avvenimento. Uno dei ragazzi, infatti, si univa alle violenze dopo aver finito il turno da spacciatore ed era spesso accompagnato dal suo collega, un bambino di soli 9 anni che faceva da palo. Un altro particolare emerso dalla testimonianza delle piccole vittime e ripetuto più volte è il fatto che gli stupratori “ridevano”. Nelle registrazioni delle violenze gli investigatori hanno sentito le battute e le sghignazzate dei ragazzi intenti a filmare. “Deridevano le bambine”, ha sottolineato il gip Fabrizio Forte.
Per quanto riguarda i luoghi in cui si sono consumate le violenze, i carabinieri hanno identificato la casupola dell’isola ecologica di Caivano e lo spogliatoio di un campo da calcio, entrambe zone abbandonate. Pare, inoltre, che i alcuni membri della banda abbiano tentato di abusare delle cuginette anche nel retro di un grande centro commerciale, senza riuscirci. Ogni volta, i ragazzi si dividevano i compiti: alcuni partecipavano direttamente allo stupro, altri riprendevano e altri ancora facevano la guardia, in attesa del loro turno.
Gli indagati, finiti in manette martedì 26 settembre, sono nove, di cui solo due maggiorenni.
Sono accusati di violenza sessuale aggravate e continuata, lesioni, minacce, rapina e, per uno degli over 18, revange porn. Le principali prove a loro carico sono i cinque video degli abusi trovati nei loro cellulari, di cui uno proveniente da una videochiamata trasmessa in diretta durante uno stupro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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