Attilio Cubeddu, Giovanni Morisi, Renato Cinquegranella e Pasquale Bonavota. Sono i nomi che formano l'elenco realizzato dal ministero dell'Interno sui latitanti di massima pericolosità inseriti nel "programma speciale di ricerca" del gruppo Interforze. Nomi certamente meno noti rispetto a quello di Mattia Messina Denaro ma che, in tre casi su quattro, condividono con il boss catturato non solo la pericolosità ma anche una latitanza lunga decenni.
Attilio Cubeddu, oggi il ricercato numero 1
E' il ricercato numero uno dopo l'arresto di Messina Denaro. Nato ad Arzana, in Sardegna, nel 1947, è latitante dal 7 febbraio del 1997 quando al termine di un permesso non si presentò nel carcere nuorese di Badu e Carros dove stava scontando una condanna a trent'anni per sequestro di persona, omicidio e lesioni gravissime. Fin da giovanissimo è noto alle forze dell'ordine a causa dei suoi comportamenti criminali e dei suoi numerosi precedenti penali. Cubeddu ha fatto parte di uno dei gruppi che formavano l'Anonima sequestri, associazione malavitosa dedita, oltre che alle rapine a mano armata, ai sequestri di persona con fini di estorsione. Nel corso della sua esistenza l'Anonima sequestri ne realizzò ben 177. Il più famoso resta quello di Fabrizio De Andrè e Dori Ghezzi. Dal 1998 è ricercato in campo internazionale. Per un periodo si è pensato che fosse morto. Oggi, invece, l'ipotesi più plausibile è che si nasconda con la sua famiglia nell'Ogliastra, in Sardegna, protetto da molti fiancheggiatori.
Giovanni Motisi, u' pacchiuni
Ritenuto uno dei più potenti capi mafiosi di Palermo, invece, è Giovanni Motisi, detto "u pacchiuni", il ciccione. Anche lui è latitante dal 1998 e ricercato in campo internazionale dal 1999. Nel 2016 la sua figura è stata inserita nella lista dei criminali più ricercati d'Europa. Le condanne a suo carico per cui deve scontare l'ergastolo sono: omicidio, associazione di tipo mafioso e strage. Stando alle dichiarazioni di Calogero Ganci, collaboratore di giustizia, Motisi è stato il killer di fiducia di Totò Riina ed era presente quando Cosa Nostra discusse di assassinare il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Oggi ha 59 anni e sarebbe a capo del clan Motisi.
Il camorrista Renato Cinquegranella
Renato Cinquegranella, invece, è un membro della Camorra appartenente alla Nuova Famiglia, un'organizzazione mafiosa in contrasto con la Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo. Cinquegranella è stato coinvolto nell'omicidio di Giacomo Frattini, anche detto "Bambulella". Frattini, membro della nuova camorra organizzata di Cutolo, è stato torturato, ucciso e fatto a pezzi il 21 gennaio del 1982 per vendicare l'omicidio avvenuto in carcere di un fedelissimo del boss di Secondigliano Aniello La Monica. Inoltre, secondo gli inquirenti, avrebbe aiutato le Brigate Rosse nell'omicidio del capo della Mobile Antonio Ammaturo e del suo autista Pasquale Paola. Si sono perse le sue tracce nel 2002 e dal 2018 è ricercato a livello internazionale.
Pasquale Bonavota il capo del clan Sant'Onofrio
Infine, l'ultimo membro della lista stilata dal ministero dell'Interno è Pasquale Bonavota, 'ndranghetista. Le accuse principali nei suoi confronti sono associazione mafiosa e omicidio aggravato. Ritenuto al vertice del clan Sant'Onofrio, in qualità di primogenito sarebbe subentrato al padre Vincenzo dopo la dipartita di quest'ultimo, fondatore del potente clan vibonese. Questo avrebbe delle roccaforti anche a Roma, in Liguria e in Piemonte.
Proprio per questo non si esclude che sia nascosto in una tra queste località. Viene ricercato dal 2018. Suo fratello Domenico, capo dell'ala militare del clan, è stato arrestato dai carabinieri dopo due anni di latitanza in un'abitazione poco distante dal centro di Sant'Onofrio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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