Non passa giorno senza che una Ong si arroghi il diritto di alzare la voce contro l'Italia, senza che qualcuno dall'estero non cerchi di fare una lezione al nostro Paese e al nostro governo sui migranti. Una tendenza fastidiosa ma, a tratti, anche preoccupante, perché la sensazione è che la sovranità dell'Italia non venga riconosciuta dalle organizzazioni straniere, che vogliono imporsi sulle nostre autorità preposte, democraticamente elette dal popolo italiano. La domanda è sempre la stessa: se criticano l'Italia quotidianamente, se considerano il nostro un Paese fascista, perché portarci i migranti? Esistono ottime alternative, sia nel Tirreno che nell'Adriatico, che però non vengono prese in considerazione.
L'ultima Ong a lamentarsi del nostro Paese è Sea-Watch, che dai social addirittura tuona e afferma che la sua nave "è stata fermata per 20 giorni con motivazioni false. Le autorità usano ogni pretesto per toglierci di mezzo". Ancora una volta, è una organizzazione tedesca a cercare di dettar legge nel nostro Paese e la colpa è, purtroppo, delle amministrazioni precedenti, che hanno dato a queste persone l'agio di credere che potessero giocare il bello e il cattivo tempo nei nostri porti, convinte di poter usare il territorio italiano a proprio uso e consumo. "Non c’è fine alla disumanità delle politiche razziste del governo. È pericoloso abituarci a questo livello di violazione dei diritti umani. La nave di Sea-Watch è stata sequestrata per aver sottratto le persone soccorse al respingimento coatto in Libia e per aver ottemperato a un diritto di gerarchia superiore", ha dichiarato Giorgia Linardi, portavoce dell'organizzazione tedesca.
Dichiarazioni scomposte, provocatorie e atte a raggiungere lo scopo di ottenere un po' di visibilità in più, perché è impensabile che una organizzazione per i diritti umani, se è davvero convinta che un governo attui "politiche razziste", faccia di tutto per sbarcarvi i migranti irregolari. Logica vorrebbe che, pur di non darli in pasto a un governo "razzista", facessero qualche sacrificio in più, portandoli in un Paese sicuro. Se questo non accade, allora due sono le alternative: la ricerca di visibilità o un'operazione di mera propaganda politica, mettendosi sulla scia dell'opposizione, diventandone stampella elettorale in vista delle elezioni europee.
"La legge Piantedosi denigra la Costituzione italiana criminalizzando la solidarietà in mare", conclude Linardi, che evita accuratamente di spiegare che le Ong operano tra le pieghe delle lacune legislative, che parlano di "soccorso" non nel senso che intendono loro.
Portare in mare le navi senza una rotta, al solo scopo di cercare i barchini che sono stati messi volontariamente in mare in condizioni critiche con la consapevolezza di trovare una barca di soccorso, non rientra nei principi del soccorso. E, per la cronaca, le autorità effettuato un fermo amministrativo, non un sequestro. Perché le parole sono importanti. Sempre.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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