Vignette, articoli e sfottò: l'odio continuo di Travaglio & Co

Il Fatto quotidiano di oggi scrive che Silvio mancherà... alla satira. E giù una serie di offese alla memoria del Cav

Vignette, articoli e sfottò: l'odio continuo di Travaglio & Co
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Lunedì 12 giugno, ore 9.30. Immaginate la redazione del Fatto quotidiano: comincia a spargersi la voce che Silvio Berlusconi sta per morire o che, forse, è già morto. Sgomento. Poi sorrisi. L'emozione che sale. Forse qualcuno, per festeggiare, tira fuori la bottiglia buona per portarla a Marco Travaglio, ma poi si ricorda che il direttore, oltre che austero, è pure astemio e la ripone in frigo ("diffido di tutti i bastardi che non bevono", dice Humphrey Bogart). Niente da fare: anche oggi si sboccia domani. Arriva la conferma delle agenzie: il Cav è morto. E allora via con l'apertura, preparata da tempo, dove Berlusconi è davanti all'ultimo giudice, Dio, dal quale non potrà più scappare (ma a noi piace di più la vecchia storia in cui il Cav propone al padreterno di diventare il vicepresidente di una Spa chiamata paradiso). Via con la storia del condannato (una dopo 40 anni di assedio delle toghe). Via con la storia della mafia (mai condannato se non dai forcaioli con il megafono in mano) e del puttaniere (che poi le donne gli si buttassero al collo, "ho un po' di grano, la leggenda dice che ci so fare", conta poco). Via con la Repubblica del banana (che poi è sempre meglio di quella dei travagli, intesi come dolori ovviamente). L'eredità politica inesistente di Berlusconi, il funerale catodico che finisce nel kitsch e l'Italia che diventa un'immensa Canale 5; B. che cercava di comprare tutti; il doppio volto di B che con soldi, tv e anime nere si è preso il Paese; le leggi ad personam; lo Sdoganatore "unto dal Signore" da Fini e Meloni; e poi ovviamente la chiusa di Luttazzi che lo sbatte all'inferno.

E a sfogliare Il Fatto, oltre alla riproposizione del solito schema del nemico, emerge anche una verità: da oggi Travaglio & Co sono orfani. Silvio mancherà... alla satira. E giù una serie di vignette: da Silvio che non si presenta al cospetto di Dio perché ha l'uveite, la solita storia della prescrizione e la scusa della morte per evitare l'udienza in tribunale. In realtà, il Cav, più che alla satira, mancherà al Fatto quotidiano. Non potranno più fare battute su di lui; non potranno più riempire pagine e pagine di livore; non potranno più inventarsi storie mai esistite (no, Berlusconi non ha mai detto che la Merkel è una culona inchiavabile). Ce la immaginiamo la redazione del Fatto dopo la sbornia, rigorosamente senza alcol per compiacere il capo, ora che Silvio non c'è più. Addio core business. Ora resta solamente Giuseppe Conte e un Movimento 5 stelle nella tempesta. E un Beppe Grillo condannato (ma chiudiamo un occhio, qui non siamo forcaioli). Cosa scriverà Travaglio adesso? Continuerà a scrivere satire al posto di editoriali, ma senza la sua musa ispiratrice: il Cav. Forse, Travaglio lo rimpiangerà pure e dirà che si stava meglio quando si stava peggio. Quando il "caimano" era ancora in vita e lo si poteva sfottere allegramente al posto di scrivere "coccodrilli" su di lui.

Forse, annuserà ancora una volta "l'odore dei soldi" che Berlusconi, seppur indirettamente, gli ha fatto fare. E si spolvererà da solo le sedie prima di sedersi, in ricordo di un nemico che la buttava sul ridere al posto di intingere la penna nel fiele.

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