Milano - Le mani della 'ndrangheta su Milano. In un maxi blitz la polizia ha sgominato un'imponete rete legata alla cosca dei De Stefano e responsabile del giro di usura nel capoluogo lombardo. Arresti e perquisizioni a tappeto nei confronti dell’organizzazione mafiosa sono stati messi a segno questa mattina mettendo sotto sequestro immobili per ben otto milioni di euro. Plauso del ministro dell'Interno, Roberto Maroni, che parla di "un'azione straordinaria" contro "le infiltrazioni nell'Expo 2015".
Il maxi blitz a Milano L’operazione vede al centro delle indagini un’importante clan della ’ndrangheta che opera dagli anni settanta nel capoluogo lombardo e nell’hinterland. Le forze dell’ordine, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia, hanno, tra l’altro, sequestrato beni per 8 milioni di euro. L’indagine, durata due anni, ha coinvolto 16 questure in tutta Italia, e ha portato, stamani, all’arresto di 15 persone. Secondo l’autorità giudiziaria il clan De Stefano, oggetto della maxi operazione, "usurava sistematicamente imprenditori" che si trovavano in difficoltà. Le accuse contestate dalla Dda di Milano, che ha operato in collaborazione con il Servizio centrale operativo della polizia, vanno dall’associazione a delinquere di stampo mafioso all’usura e intestazione fittizia di beni.
La masseria bunker C’era Francesco Valle, 72 anni, con i suoi due figli Angela e Fortunato, di 46 e 47, secondo gli inquirenti, ai vertici dell’organizzazione legata alla ’ndrangheta smantellata con un’operazione della polizia che ha portato all’arresto di 15 persone e al sequestro di beni immobili per 8 milioni di euro. Il principale dei reati ipotizzati è l’usura; il metodo di riscossione: botte e minacce all’interno di un vero e proprio bunker con tanto di telecamere, sensori e allarmi. Qui venivano "convocati" i debitori, commercianti e artigiani in difficoltà. Con la certezza che il metodo del "colpirne uno per educarne cento", come spiegano gli investigatori, avrebbe dato i suoi frutti, anche senza usare necessariamente sempre la forza. E, stando ai contenuti delle intercettazioni, in effetti il sistema funzionava: "Ho lasciato 250mila euro di debiti, pensa un pò te - confessa al telefono una delle vittime, intercettata nello scorso dicembre - domani ho un appuntamento con i peggiori, che me li hanno prestati, dei calabresi. E verrà fuori l’ira di Dio".
I contatti con i politici "Ma chi è quello che ti spiana la strada, il tuo padrino politico? Chi è il politico?". Così Fortunato Valle si rivolge, intercettato al telefono, ad un altro degli arrestati, Riccardo Cusenza, un imprenditore che sta cercando di essere eletto nel 2009 alle elezioni amministrative del Comune di Cormano, nel capoluogo lombardo. In una telefonata intercettata del 20 marzo 2009, si legge nell’ordinanza firmata dal gip Giuseppe Gennari, Cusenza chiede a Fortunato Valle "un aiuto per essere eletto alle prossime elezioni amministrative, informandolo di essersi candidato al Comune di Cormano nelle file di Forza Italia (Pdl)". Cusenza, si legge ancora nell’ordinanza, non risponde subito alla domanda su chi sia il suo "padrino politico". Circa un mese dopo, nel corso di un’altra telefonata, Cusenza spiega che "un paio di famiglie calabresi mi danno una mano, vediamo di fare un pò di numeri che entriamo in un buon giro anche politico". In una conversazione del 27 aprile 2009, Cusenza vanta anche, spiega il gip, di "essere molto vicino all’attuale presidente della Provincia di Milano Podestà".
Maroni: "Infiltrazione in Expo" "Oggi è una giornata importante - ha detto il ministro leghista a margine della presentazione dei patti per la sicurezza delle aree del Lago Maggiore e di Lugano - perché si è effettuata stamani una azione straordinaria contro la ’ndrangheta. È la prima azione mirata contro le infiltrazioni attorno all’Expo. Sono stati arrestati 15 membri del clan Valle, sequestrati 100 immobili e 28 società per un valore di diversi milioni di euro". "Questo è proprio il loro metodo - ha continuato il capo del Viminale - cioè quello dell’usura per poi prendere a poco intere attività e negozi infiltrandosi nel tessuto economico sano. Tutto è nato negli anni Settanta con il famigerato istituto del Soggiorno obbligato che la Lega per prima denunciò. Vedeva il rischio di infiltrazioni che poi ci sono state".
De Corato: "Milano ha gli anticorpi" "La grossa operazione contro la ’ndrangheta dimostra che Milano ha gli anticorpi contro i virus sempre in agguato della criminalità organizzata - ha commentato il vice sindaco Riccardo De Corato - Milano, che è capitale economica e avrà l’Expo fa gola. Ma la guardia è sempre alta. Anche se sarebbe un errore pensare a un’unica mafia ignorando che ormai il contrasto deve essere alla pluralità delle mafie".
"La ’ndrangheta fa affari con la droga, tende a infiltrarsi in appalti, a operare investimenti immobiliari soprattutto nell’hinterland. E l’usura è un altro dei suoi canali - ha puntualizzato De Corato - ci sono mafie straniere che si legano alle cosche ’ndranghetiste".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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