Franco Ordine
nostro inviato a Genova
Un altro dieci e lode nella pagella della Juve. Questa volta arriva dal decimo successo esterno della stagione, a Genova contro la Samp. Impreziosito dalle assenze di Ibrahimovic e Trezeguet che invece di togliere artigli alla Juve ne accentuano le qualità di sempre. Cinica e spietata, capace di tenere la testa della classifica e i dieci punti di vantaggio sul Milan anche nel fine settimana più delicato e complicato (per via delle assenze, tra turn-over e infortuni). La squadra di Capello procede a ranghi compatti, si lascia appena mettere sotto da una traversa scheggiata da Volpi su punizione, ma poi mantiene il controllo della sfida e il governo del gioco. Decide Nedved, fra i meno ispirati della compagnia bianconera sostenuta da uno strepitoso Emerson e da un Cannavaro mondiale. Così anche lincrocio di domenica prossima, col Milan, diventa quasi unamichevole.
È vero, lo scandalo del terreno indecente è altrove, Londra, stadio del Chelsea, oppure lAllianz Arena di Monaco di Baviera ma anche Marassi rischia di fare la sua bella figuraccia. Appena rizollato, il prato genovese solleva polvere di sabbia a ogni scontro, mattonelle di erba saltano per aria lasciando sul fondo buche tipo crateri. Di certo, per niente frenato dal prato, Cannavaro è il primo a capire che contro la Samp cè da impegnarsi fino in fondo e si applica in uno scontro, tipo lottatore di sumo, per frenare una incursione di Pisano sfuggito al controllo di tutta la gendarmeria juventina. È solo lo squillo di tromba della Samp, partita col pennacchio al vento e decisa a incanalare la sfida sul piano della velocità. Un paio di incertezze di Buffon (esco, non esco, se esce perde palla come un Dida qualsiasi) replicate da Antonioli (è il pallone che invita a non fidarsi) sul fronte opposto concentrano lattenzione sul pallone e sottraggono la scena a Volpi, capitano di Novellino, autore dellunico tiro che schianta la traversa (punizione da posizione centrale) poco dopo la mezzora. La risposta juventina è affidata al solito Del Piero capace di invitare a nozze Nedved, in piena area di rigore: lex Pallone doro non è lesto così come appare spento e fuori misura negli altri snodi della frazione.
Nella ripresa la Samp non riesce a tenere lo stesso ritmo scatenato, deve anzi concedere qualche metro e qualche libertà di troppo al rivale che comincia a farsi minaccioso nellunico modo possibile. E cioè sui calci piazzati che sono una specialità per larmata bianconera tutta costruita sulla forza e poco sulla tecnica. Appena Capello saccorge che Zalayeta non è allaltezza del campo e provvede a sostituirlo, la Juve assume un atteggiamento più difensivo ma trova il varco. Su punizione di Mutu che ha il piedino fatato e che trova, in assenza di adeguata controlli doganali della Samp (tra Diana e Antonioli scegliere il responsabile numero uno), Nedved di testa impone una delle sue capocciate vincenti. A quel punto, la Samp è sulle ginocchia.
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