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Negli States votare il «ricco» non è peccato

Caro direttore, Donald Trump, Hillary Clinton e Bernie Sanders sono di una condizione familiare altamente benestante. Sono miliardari e non nascondono stili e qualità di vita che la maggior parte del popolo americano certamente non conosce. E non è una novità perché esiste una lunga tradizione di presidenti designati alla Casa Bianca, magnati, imprenditori, grossi professionisti che per pagarsi la propria campagana elettorale in ogni Stato spendono un patrimonio pur di arrivare alla «nomination». Forse l'uscente Barack Obama è stato l'unico ad avere un profilo medio basso non provenendo da una famiglia di facoltosi ereditieri. Il popolo americano però, da sempre, credo che giudichi il mandato del proprio Presidente su come imposta la sua politica alla guida di un continente e non si cura se sia ricco o di umili origini. Anzi, pare attratto dalla spettacolarizzazione della campagna elettorale. Più la scena diventa quasi teatrale, più il consenso aumenta. Le pare strano?

Adalberto de' Bartolomeis

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Caro Adalberto, non so se tutti i presidenti americani fossero più o meno miliardari, ma so che l'America è un grande paese anche perché non ha alcun pregiudizio verso chi ha accumulato ricchezze. Anzi, per gli americani ricco è sinonimo di capace, a differenza di quanto accade dalle nostre parti dove l'accumulo di denaro suscita sospetto, nel migliore dei casi invidia. Si chiama «il sogno americano», ed è la possibilità per chiunque di diventare ricco attraverso il lavoro e il sacrificio. Per loro è del tutto normale affidare il Paese a chi il sogno lo ha realizzato. Il che rende la classe politica più indipendente e meno corruttibile. Beati loro.

Beati i popoli ai quali il Papa Re non ha inculcato per secoli che il denaro è lo sterco del diavolo, beati i popoli che non hanno conosciuto e non sono stati inquinati dal comunismo, beati i popoli che non sono stati devastati da un sindacalismo che ci vuole tutti uguali perché la decrescita rende felice gli uomini. Beati i paesi che non sono guidati da uomini che non hanno mai lavorato un giorno in vita loro. Beati gli americani.

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