Sinuosa, alta, tenera, riluce nellumore natalizio e, in alcune parti del mondo, è un elemento esotico: ha gli stessi anni del mondo e, come il mondo, si adegua alle nuove tendenze. La neve, questinverno, offre qualche novità ai suoi appassionati: specialmente se sportivi.
È un clima di occhio alla spesa, quello dello «sci low cost»: nuova frontiera degli sciatori avvezzi alle alte quote ma che invece, se si tratta di quote da spendere, preferiscono le vette a portata di tasca. Dal Marocco al Libano, perfino allIran. Anche se da queste parti le cose non filano via lisce come gli sci. Da mete turististiche predilette a teatro di rivoluzioni epocali, capaci di rovesciare regimi in carica da decenni o di portare al governo esponenti islamici prima banditi per legge, molti Paesi attraversati dalla primavera araba si trovano a fare i conti con un netto calo della presenza dei turisti stranieri. Sono la Tunisia, che teme per il il 7% del suo Pil, lEgitto, che rischia investimenti nel settore pari a 33,3 miliardi di dollari, lo stesso Marocco. A guadagnarè pare solo la Turchia che ha registrato un vero exploit di visitatori nel 2011, con un incremento del 26%.
Eppure, anche con i venti che tirano, il Medioriente si caratterizza per un ventaglio di mete interessanti nelle quali dedicarsi allo sci, ma contenendo il budget. Agli irriducibili dello sci che iniziano a soffrire i prezzi delle Alpi, si apre quindi un'alternativa in luoghi come il monte Oukaimeden (3528 metri d'ebbrezza glaciale); oppure la possibilità di risalire in vetta con seggiovia a Dizin, il resort più famoso dell'Iran.
Sono avvertiti, gli sciatori in trasferta, che non troveranno impianti paragonabili con quelli dell'arco alpino: le piste, in Medioriente, sono più brevi e poco battute. L'organizzazione? Si può far di meglio. Ma - è la voce dei turisti - i paesaggi innevati dell'Iran hanno poco da invidiare a quelli delle Alpi: il più grande centro sciistico iraniano (Dizin, appunto), o Shemshak, offrono altezze e vallate che invogliano un numero sempre crescente di clienti internazionali.
Piccola - si fa per dire - controindicazione, è che gli itinerari iraniani sono consentiti solo agli sciatori di sesso maschile. A meno che le signore non siano accompagnate in pista da un «ghayem»: un marito o un uomo che faccia parte della famiglia. Eppure, le donne più emancipate osservano che molto difficilmente i membri della polizia religiosa salirebbero fino a duemila metri per applicare i controlli.
Per il suo grappolo di località sciistiche, invece, il Libano è stato ribattezzato «Svizzera del Medioriente». Più in dettaglio, Cedars, Faqra e Laqlouk sono le mete cult degli appassionati di sci dagli anni Cinquanta: la prerogativa vincente di questi luoghi è una posizione strategica tra i monti e il mare. La chance di intraprendere lo sci sulla neve tanto quanto lo sci nautico, sulle masse azzurre d'Oriente.
Una specialità libanese, lo sci sulla neve, dal 1913, quando l'ingegnere svizzero Ramez Gazzoui si affacciò sulle piste del Libano contagiando gli indigeni, che negli anni Quaranta avrebbero indetto le prime gare. Il Libano conta 46 piste, estese su un manto nevoso di 30 chilometri che non dista più d'un'ora da Beirut.
E il Marocco? Ospita la vetta più alta dell'Africa, il resort Oukaimeden, attraverso i monti Atlas.
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