da Roma
Se Fini piace quattro volte tanto ai Radicali, ad applaudirlo manca il coordinatore azzurro Sandro Bondi. Secondo il quale, il capo di An sarebbe caduto in «errore» stabilendo un nesso tra le «posizioni astensioniste come la mia e manovre politiche centriste». E tuttavia «non si può rimanere indifferenti quando Rutelli prende le distanze dal suo stesso schieramento politico e dalla sinistra». La questione delle «manovre centriste» trova però un oggettivo punto di raccordo nel forte impegno della Chiesa. Come si potrà mai più «mettere gli argini - accusa Emma Bonino - a questo straripamento della Chiesa e a dire a un vescovo di non dare precise indicazioni elettorali per questo o quel partito?». I radicali sono preoccupati da una «Chiesa che ha deciso di vincere a ogni costo, umiliando gli stessi cattolici».
Il presidente della Camera, Pierferdinando Casini, allUniversità del Sacro Cuore, preferisce invece sottolineare che «il Parlamento ha deciso democraticamente». Ovvero, che la scelta di legiferare non è stata presa a cuor leggero. «Su questioni complesse, legate alle radici della vita, alle prospettive della scienza, alle basi della convivenza civile, scelte difficili e spesso assai controverse, il Parlamento si è assunto la responsabilità di decidere, dopo un dibattito franco e aperto in cui hanno avuto voce le opinioni e i punti di vista di tutti».
Luomo, ricorda Casini dando manforte al fronte del «no», «è il fine della scienza e non il suo strumento». Intervento che il repubblicano Del Pennino considera «a gamba tesa», visto che il presidente della Camera dovrebbe mantenersi «arbitro e non giocatore». In particolare, Del Pennino stigmatizza la dichiarazione di qualche giorno fa nella quale Casini negava «qualsiasi collegamento tra la 40 e la 194». «Ha fatto disinformazione, in quanto esiste una profonda contraddizione fra le due leggi», dice Del Pennino. Tocca al ministro Giovanardi la controreplica su un tema molto scivoloso: «La 194 non si tocca», dice.
Però ecco anche sbucar fuori un ddl presentato dalla senatrice Alberta Casellati durante il dibattito sulla «40». Nella proposta, accusa il senatore ds Longhi, è fatto divieto di aborto alle donne che accedono alla fecondazione assistita. La Casellati si difende sostenendo che larticolo presentato voleva essere un «rafforzamento delle premesse sulla fecondazione assistita» e che «diversa è la scelta psicologica, sicuramente sofferta, di chi decide di andare nella direzione opposta e cioè di voler interrompere una vita...». In ogni caso, taglia corto, «la 194 non si tocca, sarebbe una scelta antidemocratica».
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