Nell’Inferno rossoblù c’è Biondi

Paolo Bertuccio

«Ha da passa' 'a nuttata». E finalmente la nottata, nel senso dell'anno più nero della storia recente del Genoa e dei genoani, sta scomparendo. Anno nuovo vita nuova, ma chi l'ha detto che almeno gli ultimi scampoli dell'annus horribilis debbano essere tranquilli per il supporter rossoblù? Ci vuole il classico colpo di coda, l'ultimo sfottò. Quel calcetto che lo faccia arrivare al traguardo del Capodanno con l'impronta del dileggio ancora stampata sul fondoschiena.
E, quanto a dileggio sotto l'albero di Natale, dalle nostre parti gli unici veri specialisti sono quelli della Baistrocchi. La loro rivista, appuntamento d'obbligo per ogni genovese a prescindere dalla fede calcistica, non ha mai risparmiato niente e nessuno, ed ha costretto più di un politico locale a trascorrere le festività con uno strano fischio nelle orecchie. Poteva forse la compagnia goliardica per eccellenza lasciarsi scappare l'occasione di affondare il dito nella piaga di noi genoani, con tutto il popo' di eventi fantascientifici che ha caratterizzato gli ultimi disgraziatissimi dodici mesi? La risposta è ovvia, e il tifoso rossoblù che si accomoda in platea sa perfettamente a cosa sta andando incontro. Che si trovi lì di sua spontanea volontà o perché inviato da un caporedattore sadico è un altro discorso.
E l'inizio della rivista promette bene, o male, a seconda dei punti di vista. Compare in scena una torta (ahi…) per festeggiare i venticinque anni di Baistrocchi di Edoardo Quistelli e Marco Biancalana. E chi l'ha cucinata? Ma la PPP, naturalmente: la Premiata Pasticceria Preziosi. Il simpatico e rotondo goliardo infierisce con lo slogan: «Samp in Europa da campione, Genoa contro il Pizzighettone». Che i testi siano stati scritti prima della notte di Lens? Ma per dire la sua su Genoa e Preziosi, la Bai ha ovviamente preparato uno sketch a parte. E qui sono fuochi d'artificio. L'idea è del consigliere provinciale Lorenzo Zito, autore del libello «L'inferno del Genoa», in cui l'ultima estate rossoblù viene descritta in terzine come il viaggio negli inferi di Dante Alighieri. E così vediamo sul palco Quistelli nei panni di Enrico Preziosi, con tanto di tonaca rossoblù da cardinale e accento «made in Irpinia», dapprima condannato senza appello da quattro giovanotti togati e danzanti («vai in C e datti da fare!»), poi consolato dal Sommo Poeta, che gli legge alcuni brani tratti dall'opera di Zito. E non può mancare, nelle mani del Presidente, la famigerata valigetta, che al momento giusto si apre e lascia intravedere un gruzzoletto di banconote (le care vecchie lire!), con il quale Preziosi tenta di corrompere Dante. Che non disdegna.
Ma c'è un terzo personaggio in scena, ed è una partecipazione più che straordianaria: trattasi del baistrocchino doc Alfredo Biondi in carne e ossa, per la disperazione del finto Preziosi, che si straccia le vesti ricordando quanto gli sono costati «tutti 'sti avvocati: Biondi, Coppi, Bartali… Avevo due valigette: una se l'è presa questo signore. Ma io non mollo!».

Da parte sua, il difensore (in senso giuridico) del Genoa sorride sornione e, alla fine, proclama: «Torneremo in serie A! I blucerchiati stiano tranquilli e ci aspettino». Speriamo che sia l'unica affermazione seria in un mare di battute.

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