Neonato morto abbandonato nel parcheggio della discoteca

REAZIONI La società critica la scelta del primo cittadino: «Fermare tutto non era necessario»

Milano«Bello, roseo, ben fatto... Talmente perfetto che, in un primo tempo, l’operaio del Comune che l’ha scoperto, vedendo solo i piedini, l’ha scambiato per un bambolotto. Poi ha notato il cordone ombelicale e ha avuto un brivido. Il neonato - pulito con uno straccio azzurro ritrovato insanguinato accanto a lui, avvolto con cura in una vestaglia rosa e infilato nell’enorme busta di carta con i manici di un negozio di abbigliamento della vicina località di Verdello - sembrava dormisse. Invece era già morto».
Il sindaco di Arcene - una località di poco più di 4mila700 abitanti a 13 chilometri da Bergamo - è il 56enne Giovanni Foresti, un maestro di quinta elementare che ha dedicato la sua vita ai bambini. E che ieri faticava a trattenere l’emozione provata davanti a quel corpicino lungo 45 centimetri che non ha potuto nemmeno cominciare a vivere, rinvenuto da Mario Gelmi, un operaio comunale di 50 anni. L’uomo, che sovrintende alla settimanale pulitura meccanica delle strade, ha notato la busta e ciò che conteneva intorno alle 10.15 di ieri, accanto al cancello della ditta «Scaini Calzature» di via Matteotti, in una zona periferica pubblica non molto frequentata, utilizzata come parcheggio dietro la discoteca «Shiva», l’ex famosissimo «Capriccio». A quel punto Gelmi ha lanciato l’allarme e ha chiamato i carabinieri.
Il corpicino, secondo i carabinieri, dovrebbe essere stato abbandonato da una persona di passaggio (che però sapeva bene che nel parcheggio non c’erano telecamere) nelle prime ore di ieri mattina: uno dei due figli del titolare della ditta di calzature, entrato lunedì sera alle 19 con la moto nel parcheggio, infatti non ha notato la famigerata busta di carta che certo non passava inosservata. E non l’hanno vista nemmeno un passante alle 23 e un muratore che alle 5.30 di ieri mattina ha lasciato lì il camion prima di recarsi al lavoro. Secondo il medico legale, però, il bimbo - sul cui corpicino non è stato trovato alcun segno di violenza - è morto 24-36 ore prima del ritrovamento, tra Pasqua e Pasquetta, ma le cause verranno rivelate solo dall’autopsia eseguita nei prossimi giorni su disposizione del pm Letizia Ruggeri. Il magistrato ha ordinato anche che il cadaverino venisse ricomposto nell’obitorio dell’ospedale di Treviglio.
Le indagini al momento non escludono nessuna pista. Come di prassi in casi come questi i carabinieri sentiranno quasi tutti gli ospedali, ma ormai sembra quasi certo che il piccolo non è stato partorito in una struttura sanitaria e, a questo punto, le indagini non potranno che indirizzarsi anche nel mondo della prostituzione dell’Est Europa. A meno che, naturalmente, non si faccia viva la madre, che è poi quello che auspicano tutti.
«Il minimo che possiamo fare ora come Comune è occuparci delle esequie, cioè fare un funerale e dare una degna sepoltura a questo neonato al quale, però, prima vorremmo dare un nome - conclude amareggiato il sindaco Foresti -. La madre deve sapere comunque che l’aspettiamo: se ha delle difficoltà possiamo sostenerla. Ci occupiamo di decine di famiglie. Sarebbe bastata una sua telefonata...».


Una vicenda fotocopia si era verificata il 13 aprile di tre anni fa nella vicina Verdellino: un neonato, poi chiamato Angelo, era stato trovato morto in una discarica. Tutto il Comune fece a gara per pagare le spese del funerale. La madre non venne mai ritrovata.

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