Caro Paolo, leggo che Newsweek definisce Walter Veltroni «il Bill Clinton italiano». Non essendo possibile che a tanto sia arrivato il famoso magazine esaminando le invero scarsissime doti politiche del Nostro, dobbiamo forse pensare che il riferimento sia a una a noi finora ignota particolarissima capacità amatoria (definiamola così) del sindaco di Roma. È questi un casanova? Ti prego, illuminami. Grazie.
Famoso sì, caro Mauro, ma in quanto a toppare, anche l'«autorevole» Newsweek ha toppato che la metà basta. Nei piani alti (e bassi) della redazione della politica italiana ne sanno quanto tu ed io sappiamo della congiuntura economica in Mauritania. E così, quando il corrispondente da Roma manda un pezzullo, al primo buco che si crea lo mettono in pagina senza nemmeno chiedersi: ma chi è 'sto Veltroni? È dunque al corrispondente che bisognerebbe chiedere cosa intendesse per «Bill Clinton italiano». Ed anche, visto che ci siamo, cosa significa «essere» un Clinton. E qui magari finirebbe per azzeccarci la tua maliziosa osservazione, caro Mauro. Perché si ha un bel dire Clinton qui e Clinton là: l'ex presidente degli Stati Uniti è popolarmente noto e sarà universalmente ricordato non per le sue doti di statista, figuriamoci, ma per aver convertito l'austero, il gravido di storia Studio Ovale in un séparé a luci rosse. Oh, intendiamoci, anche il Duce nella Sala del Mappamondo ci diede dentro. Raymond Poincarré, poi, morì in paedicatio, questo per dire che i precedenti non mancano.
Al dunque: la caratura politica di Walter Veltroni è per gran parte tutta da stabilire. Ricordando le sue precedenti esperienze alla guida della Quercia e, mi sembra, a quella dell'Unità, Gianpaolo Pansa lo ha definito un perdente di successo. Che non è poi questo gran complimento. Sarebbe quindi da escludere che Newsweek intendesse tessere le lodi politiche der sindaco de Roma nostra. Di narratore, allora? No, perché che si sappia Bill Clinton non coltiva quell'hobby. E qui ci risiamo: ne coltiva o forse ne coltivava, prima che Hillary gliele suonasse di santa ragione col mattarello, un altro. Quello là.
Paolo Granzotto
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