Milano - Un tempo per prendere le misure, un altro per fare, finalmente, sul serio e liquidare la pratica Siena in dieci minuti buoni. Il tempo sufficiente per consentire a Nocerino, uno specialista ormai, di aprire la scatola richiusa da Sannino e mettere in cassaforte il primo vantaggio. A quel punto è un giochino quasi da ragazzi guadagnare, al culmine di uno dei tanti contropiedi, il rigore del 2 a 0 su Boateng che chiude la sfida e anche l'opposizione del rivale toscano (1 punto nelle ultime 6 partite, il meccanismo sembra essersi inceppato). A vederlo in tv sorgono dubbi legittimi, a vederlo invece in diretta non si discute né prima né durante né dopo, a dimostrazione che il calcio autentico è quello visto in diretta, non la vivisezione televisiva. Per fortuna di tutti noi non è un episodio decisivo e si può quindi archiviare serenamente.
Non è un Milan spettacolare, bisogna dirlo subito per evitare equivoci. E anzi il suo patron, Silvio Berlusconi, arrivato in ritardo (15 minuti buoni, i primi, che non dicono granché) si congeda prima dell'intervallo, in parte forse per il gran freddo di San Siro ma anche per il modesto calcio esibito dai suoi. Non è un Milan dagli effetti speciali e per mettere sotto l'organizzato Siena ha bisogno di attendere la seconda frazione e il primo pallone utile finito sui piedi di Nocerino diventato ormai una specie di jolly di Allegri e dell'intera brigata rossonera. La sua assenza a Bologna, forse, coincisa con un pomeriggio di scarso genio, non è un caso.
Tutto più semplice e più facile da quel momento anche perché nel frattempo il Siena, costretto a mettere la testa fuori dall'uscio, si dimostra incapace nel creare difficoltà a Mexes e soci, ormai attestati sulla linea difensiva in modo rassicurante. Anzi la squadra di Sannino può solo concedere varchi mai lasciati liberi nel primo tempo e in quei varchi a turno Boateng e Ibra, Robinho e più tardi Pato rischiano di trasformare il risultato in una ingiustificata goleada.
San Siro è ormai il terreno di maggiore conquista dell'ultimo Milan di Allegri: qui vince e segna con facilità, qui riesce anche, come ieri sera appunto, a difendere meglio nonostante l'assenza di un bel plotoncino di sentinelle di primo piano quali Nesta e Yepes, Abate e Antonini nonché Zambrotta. Certo il Siena, nonostante lo schieramento di due ali chiamate a rinculare e a dar pensieri a Bonera e Taiwo, come Angelo e Reginaldo, più famoso come ex di Elisabetta Canalis, fa davvero poco per impensierire Amelia che invece in un paio di circostanze riesce a riscattare l'incertezza tradita a Bologna, una settimana prima.
Anche nei giorni di scarsa vena del suo leader incontrastato, Ibrahimovic cioè, il Milan va in gol. Con Nocerino d'accordo e poi con lo stesso svedese su rigore discusso dai toscani: arbitro e assistente sono apparsi oltre che sicuri, irremovibili. Adesso il Milan deve concludere l'anno di grazia 2011 con il prossimo viaggio a Cagliari. Forse è il caso di ripensare alla scelta dell'attaccante. Il contributo di Robinho è praticamente vicino allo zero: buon per lui quei due tocchi che han favorito le giocate di Nocerino e Boateng. Pato sta meglio, ha voglia di far gol e anche di giocare. Bisogna stimolarlo magari con l'esclusione di ieri che non deve essere considerata un castigo.
Alle spalle dell'attacco boom, si rivede un vecchio bucaniere, il francese Mexes che non è ancora al
meglio della condizione ma già in grado di inserirsi con autorità nei congegni difensivi senza far avvertire assenze eccellenti. Si vede che ha la stoffa del combattente e anche dell'esperto guerriero: basta dargli fiducia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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