«Noi, un ponte sul Mediterraneo» A Bollate il sound Radiodervish

La musica rafforza l'idea di convivenza e riesce ad arrivare dove gli uomini hanno difficoltà nell'arrivare. Un messaggio caro ai Radiodervish, la formazione barese che ha in cabina di regia il bassista-chitarrista Michele Lobaccaro e il cantante Nabil Ben Salameh, palestinese del Libano, arrivato nel capoluogo pugliese per studiare ingegneria e ben presto rapito dal mondo delle sette note.
Il loro suggestivo mélange, complesso e gradevolmente contaminato, fatto di strumenti acustici, campionamenti e ritmiche elettroniche che si sposano con melodie ed atmosfere arabe (suoni eleganti ed intensi che da tempo hanno conquistato le platee internazionali) rappresenta infatti con efficacia un ponte ideale sul Mediterraneo che unisce la cultura orientale a quella dell'Occidente. Una manna in tempi di odi, risentimenti e reciproche incomprensioni.
Confermando vocazione e impegno al dialogo fra popoli e culture, i Radiodevish - cui domani sera spetta l'onore e l'onere di dare il la a una delle edizioni più coraggiose del Festival di Villa Arconati - eseguiranno in prima nazionale "Palestinian Road" nel nuovo spazio concerti presso la Corte nobile della splendida dimora di Castellazzo di Bollate. Un progetto inedito frutto della collaborazione con i solisti dell'Orchestra di Nazareth, musicisti arabi, ebrei e musulmani provenienti dalla Galilea, che suonano strumenti acustici tradizionali e che, in passato, hanno collaborato, tra gli altri, con la London Sinfonietta, Yassmin Levi, Thom Yorke dei Radiohead e Noa. Proprio Noa, la popstar israeliana di nascita con origini yemenite ed educazione americana (insomma, una vera e propria cittadina del mondo), che ha fatto del "cantare positivo" e a favore della convivenza pacifica di popoli e religioni la propria missione artistica, è stata il trait d'union tra le due formazioni.
E, non a caso, fresca reduce dalla partecipazione all'Eurofestival 2009 di Mosca, Noa ha voluto essere presente poche settimane fa al primo concerto israeliano (presso il Tzavta Theatre di Tel Aviv) dei Radiodervish, nell'ambito del "Culture and Peace Festival", la manifestazione che celebra una visione pacifica e condivisa della cultura del Mediterraneo.
Con lei sullo stesso palco, oltre all'Orchestra di Nazareth, anche la collega palestinese Mira Awad, voce da brivido e grande presenza scenica: le due vocalist hanno cantato con Nabil Salameh "Centro del Mundo" e "Yara", due delle più celebri canzoni della formazione pugliese di cui fanno parte anche Lubna Salameh (canto), Alessandro Pipino (tastiere), Nizar Radwan (oud e violino), Adel Khoury (darbuka e tar) e Issa Awad (kanoon).
Il programma proposto domani a Villa Arconati prevede una versione inedita del repertorio dei Radiodervish inframezzato a classici della tradizione mediorientale. «La musica araba ci ha sempre incuriosito: sin dagli inizi ci riunivamo a casa di Nabil ed ascoltavamo quelle sonorità, sognavamo un giorno di riproporle nella nostra terra», raccontano i Radiodervish. «La fusione tra suoni e culture ha regalato nuova linfa alla nostra musica. Ed è una sensazione indescrivibile veder suonare le proprie canzoni dai solisti di una grande orchestra come quella di Nazareth».


Radiodervish con i solisti dell'Orchestra di Nazareth in "Palestinan Road". Festival di Villa Arconati, Castellazzo di Bollate, palco Corte Nobile (posti scoperti e non numerati). Domani, ore 21.30, ingresso 18 euro

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