«Non cancellate una classe politica»

«Non cancellate una classe politica»

Per cinque anni spina nel fianco del governo regionale di centrosinistra, poi fuori dalla competizione elettorale per l’esclusione della lista provinciale del Pdl, quindi artefice di una raffica di ricorsi. Ora Fabio Desideri, come tanticolleghi del Pdl, è ai box in attesa di capire cosa gli riserva il futuro.
Desideri, la nuova giunta regionale di centrodestra parlerà anche con la voce di voi consiglieri uscenti?
«Deciderà il presidente, come da Statuto regionale. Ma è giusto comunque che sia Renata Polverini a definire la composizione del nuovo esecutivo a guida centrodestra».
Ma lei cosa pensa: si troverà spazio per voi «anziani»?
«Berlusconi, dopo l’estromissione della lista Pdl, dichiarò che se avessimo continuato a impegnarci senza risparmio nella campagna elettorale saremmo stati premiati con l’inserimento nei ruoli di giunta. Sono convinto che Polverini onorerà questa promessa, anche in virtù dell’esperienza da noi maturata in cinque anni di opposizione ferma e concreta, basata su carte e documenti».
Quanto accaduto il 27 febbraio in Tribunale rischia di provocare l’azzeramento di una classe politica.
«Già, provo molta amarezza. Ma non credo che i delegati di lista stessero mettendo in atto delle alchimie politiche in contatto telefonico con un’importante personalità, come qualcuno ha profilato. Penso, invece, che ci siano stati dei comportamenti censurabili da parte di chi, presso l’ufficio elettorale, doveva ricevere la lista Pdl. In ogni caso il 6 maggio, cioè fra un mese, il Tar entrerà nel merito di uno dei miei ricorsi. Attenzione, perché potrebbero esserci delle sorprese».
Proseguirà la sua battaglia giudiziaria nonostante la vittoria del centrodestra?
«Proprio così. Lo farò in mome di un’intera classe politica del Pdl, coloro i quali hanno creato i presupposti per l’esaltante risultato elettorale girando per cinque anni il territorio e parlando con la gente, denunciando, documenti alla mano, i problemi del Lazio a guida centrosinistra e, allo stesso tempo, facendo conoscere le proposte politiche del nostro schieramento».


E lei, che uomo di apparato o di corrente non è mai stato, pensa di rientrare comunque fra i premiati?
«Spero che le valutazioni prescindano dalle logiche a cui lei fa riferimento, che appartengono a una vecchia concezione di fare politica. Se questa eventualità si verificasse, e parlo per assurdo, non si tratterebbe dell’inizio di nuovo progetto, ma della fine di una prospettiva di rinnovamento in cui i nostri elettori credono fermamente».

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