L'odissea burocratica di R.L., 30enne, romana, iscritta alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università dell'Aquila, sembra uscita da una piece del teatro dell'assurdo. Si sarebbe dovuta specializzare in Medicina dello Sport il 26 novembre 2009. Il condizionale è d'obbligo perché per quella data era tutto pronto: esami terminati, tesi letta, approvata e consegnata al relatore. La studentessa non aveva però fatto i conti con la professoressa M.P. con la quale aveva sostenuto l'ultimo esame. E così quando aveva già comprato i confetti ed invitato parenti ed amici alla discussione si sente dire che non si può laureare perchè «non avrebbe apposto la firma sul verbale di esame del 15 ottobre 2009». Va a chiedere spiegazioni alla professoressa con la quale aveva sostenuto (e superato) l'esame la quale prima le dice che il verbale non si può sottoscrivere ex post...poi, che sarebbe «opportuno» che frequentasse ulteriori ore di lezione in un'altra università viste e considerate le diverse ore di «assenza». La studentessa le risponde che nessuno le aveva detto di firmare lo statino e che le ore mancanti di frequenza sono quelle mancanti a tutti gli studenti per la sospensione delle lezioni a causa del terremoto. A nulla valgono le lamentele con Rettore e Preside di Istituto (che, per inciso, le dicono addirittura di denunciare la Professoressa), la studentessa decide allora di far scrivere una diffida a mezzo dei propri avvocati Anna Orecchioni e Giacinto Canzona.
La risposta, peraltro indirizzata alla ragazza e non agli avvocati come correttezza esige, suona a dir poco beffarda: Il 2 febbraio l'Università viene a dirle che deve consegnare la tesi alla segreteria ed al relatore...e non si fa più menzione di quella mancata firma. Da qui la decisione di agire per le vie legali nelle sedi civili e penali competenti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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