Avere un'età ma non dimostrarla. Il merito non è di ritocchini o lunghe sedute dall'estetista, bensì del Dna. È stato scoperto infatti un pezzo di Dna che decide l'invecchiamento e che può pesare come un "macigno" sul fisico, facendoci dimostrare anche 3-4 anni in più rispetto all'età cronologica.
Secondo quanto riferito sulla rivista Nature Genetics, si tratta di una mutazione riguardante un gene importante per la lunghezza dei "telomeri", le estremità del Dna che sono un po' il termometro della longevità individuale. La scoperta si deve a ricercatori dell'Università di Leicester e del King's College di Londra ed è coordinata da Nilesh Samani.
I telomeri sono dei cappucci protettivi che si trovano alle due estremità dei cromosomi, cappucci che nel corso del tempo si logorano come un orlo che si sfrangia, lasciando priva di protezione il prezioso codice genetico. E vari studi hanno dimostrato che la lunghezza dei telomeri è legata alla longevità.
Tant'è che i telomeri - sulla cui lunghezza possono influire vari fattori ambientali tra cui stress, fumo, sedentarietà, alimentazione sbagliata - sono divenuti la chiave per misurare l'età biologica di un individuo. Tecnicamente, cioè, quando si vuole misurare la vera età di una persona, si usa sperimentalmente la lunghezza dei telomeri delle cellule del sangue prese con un prelievo.
Ma ci sono anche fattori genetici, oltre che ambientali, che decidono la lunghezza dei telomeri e, quindi, come invecchiamo? Considerando che ci sono persone che sembrano non invecchiare mai, il sospetto è che qualche predisposizione genetica all«eterna giovinezzà esista.
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