«Non rischio nulla Il Milan mi segue la Juve non scappa»

Ancelotti prepara il riscatto con la Lazio: «I miei difensori non sono finiti, non cambio modulo. E non leggo i giornali»

«Non rischio nulla Il Milan mi segue la Juve non scappa»

Franco Ordine

nostro inviato a Milanello

Caro Ancelotti, al quarto turno di campionato siamo già all’ultima spiaggia?
«No, bisogna solo invertire la rotta. Ma se così fosse, sarebbe uno stimolo in più per tutti. Mi pare invece che ci sia il clima giusto di chi, reduce da un passo falso, ha voglia di tirarsi in piedi, in fretta».
Pare di rivedere lo stesso film dell’anno scorso...
«E anche l’anno scorso, dopo aver perso in casa col Messina, andammo a Roma, vincemmo contro la Lazio e riprendemmo il largo: lo facemmo in dieci contro undici. Spero che questa volta risulti meno complicato».
Ottavio Bianchi, su Sky, ha suggerito di cambiare assetto tattico e allacciarsi le cinture visto che la squadra non è brillante...
«Per superare i giorni difficili è bene puntare sul calcio che conosciamo meglio. E il Milan da tre anni gioca con questo disegno tattico. Cambiare (due mediani davanti alla difesa, ecco il piano, ndr) si può: ma occorre provare e riprovare prima di imboccare un’altra strada».
È il momento più critico della sua carriera?
«Non scherziamo. Ho un bellissimo rapporto con la società e lo spogliatoio. Sono molto tranquillo. Anche perchè nel frattempo non leggo i giornali».
Non è fin troppo tranquillo?
«Considero la tranquillità, parte essenziale del mio carattere, un pregio. Io sono del segno dei gemelli: a volte risultano dotati di doppia personalità».
Una giuria internazionale ha premiato Dida, Cafu, Nesta e Maldini: come può una difesa così nobile diventare lo zimbello d’Italia?
«I difensori che ho a disposizione hanno fatto la fortuna mia e la loro. Continueranno a farla, si tratta solo di superare questa curva a gomito».
C’è un problema di logorio anagrafico?
«No perchè al momento, l’uomo che mostra maggior affidamento è Maldini, il capitano, il più anziano della compagnia».
5 gol subiti in 4 partite non sono po’ troppi per qualsiasi gusto?
«La cosa più antipatica è che a Genova non ci siamo lasciati schiacciare o dominare dalla Samp. La cosa più antipatica è che siamo riusciti a prendere gol da fallo laterale. E in questo caso è tutta la squadra a essere responsabile, non il singolo».
Stam ha rischiato di lasciare Milanello all’improvviso: cosa fare per recuperarlo?
«Lo vedo molto vivo e in forma. Non mi pare sia uno da recuperare».
La squadra la segue, i comandi rispondono?
«I comandi rispondono al 100%. Per me la squadra si è già ripresa, nel gioco, domenica a Genova come dimostra un dato, il 68% di possesso palla nella sfida. Migliorerà ancora. Dobbiamo dimostrare un’attenzione feroce nelle piccole cose».
Maldini se l’è presa per i boatos sull’improbabile sfuriata di Galliani...
«Ha fatto bene: perchè sbagliare si può, perseverare invece è diabolico. Io so come la pensa Galliani e so perfettamente cosa ha detto alla squadra domenica sera: è stato un discorso costruttivo. Altri, al nostro posto, per molto meno, al primo alito di vento, han proclamato il silenzio-stampa».
C’è un dibattito in corso sul gol sbagliato da Gilardino a Genova: c’è chi dice che non era facile, c’è chi sostiene il contrario...
«Dalla mia panchina non mi sembrava così complicato fare quel gol. Ho capito una cosa: che il numero di Sheva ha spiazzato anche lui, Gilardino è arrivato trafelato e ha tirato alto».
A leggere i numeri di Fabio Capello capolista, continua a sperare nella possibilità di recuperare 5 punti alla Juventus?
«La Juve concede poco alla concorrenza ma anche loro avranno i momenti in cui dovranno rifiatare. Ricordo che nel mese di febbraio, noi del Milan rimontammo addirittura 8 punti in una sola settimana.

È bene comunque concentrarsi su noi stessi, senza fare la corsa sugli altri. È ancora presto».
Sheva sarà sottoposto al turn-over?
«Certo. Quando verrà a dirmi che è stanco».
Se l’aspettava la Lazio così in alto?
«Non è una sorpresa: è partita in anticipo, va più forte degli altri».

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