Almeno un terzo degli interventi di chirurgia estetica effettuati all'estero in strutture inadeguate e non riconosciute (la cosiddetta chirurgia «low-cost», in crescita anche in Italia) ha esiti negativi, con risultati diversi dalle attese e in alcuni casi con implicazioni gravi per la salute. E sempre più spesso chi incappa in queste disavventure con complicanze di vario genere (recidive o rigetto delle protesi), dovute a materiali scadenti e possibili errori, ha dovuto ricorrere a un intervento riparatorio e correttivo in Italia. Quello che può sembrare un risparmio si tramuta, così, in un danno fisico ed economico.
Ne parliamo con il dottor Pierluigi Amata, direttore del Centro di chirurgia plastica e medicina estetica Bioscultura di Roma.
Come spiega l'exploit della chirurgia low cost all'estero?
«Perché la chirurgia all'estero è organizzata e a volte gestita da grandi strutture fortissime nella comunicazione; diverso è il caso per l'Italia: i singoli professionisti sono soggetti a una legge nebulosa (la legge Bersani) con la quale non è chiaro se si possano fare pubblicità o meno».
I Paesi in questione?
«In Europa soprattutto Romania, Moldavia, Ucraina, Albania e Inghilterra. Nel resto del mondo Brasile, Indonesia, Colombia
».
Gli interventi più richiesti all'estero?
«Mastoplastica additiva (aumento del volume del seno), lipoaspirazione e lifting, ma anche ritocchi a naso, orecchie e denti».
Quali i maggiori reinterventi? E quali le difficoltà, i rischi e i costi?
«Direi la mastoplastica additiva, perché tra tutti gli interventi è quello che richiede maggiore attenzione nel decorso operatorio immediato; ma anche le lipoaspirazioni e le rinoplastiche. Trattandosi di interventi non standardizzati i costi sono molto variabili».
Come si sceglie un chirurgo competente e una struttura seria sia in Italia sia all'estero?
«Il passaparola è il mezzo più usato, ma la strada migliore da seguire è cercare un chirurgo di indiscussa professionalità e credibilità che appartenga a società accreditate nazionali come la Sicpre e l'Aicpe o internazionali (Isaps)».
È sempre consigliabile effettuare gli interventi in Italia?
«L'Italia per gli italiani è sempre più sicura per la gestione del tutto, dagli esiti al decorso post-operatorio immediato alla valutazione degli esiti a distanza. Sono necessarie una o due visite prima di sottoporsi agli interventi affinché vi sia una più profonda conoscenza del paziente. Un'altra garanzia aggiuntiva è basata sull'elevatissima specializzazione e professionalità dei chirurghi italiani e dal loro senso estetico molto sviluppato e raffinato, in linea coi nostri canoni di bellezza».
E infine quali garanzie deve rilasciare un chirurgo?
«Il consenso informato corretto, la previsione realistica di risultato (che salvaguarda quindi aspettative e salute), la valutazione dei costi-benefici, l'emissione di fatture o di ricevute fiscali, l'impiego di materiali di ottima qualità e il rilascio della documentazione clinica completa».
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