Il jackpot record da 107 milioni di euro del Superenalotto ha fatto venire la «febbre» del gioco a milioni di italiani. Ma la ricerca di un colpo di fortuna che possa cambiare in meglio la vita rischia di trasformarsi in una vera e propria malattia. È quanto ha rilevato l'Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa (Epidemiologia e ricerca sui servizi sanitari) che ha condotto un'indagine sulla diffusione del gioco d'azzardo in Italia.
Sono circa 15 milioni, il 38,3% della popolazione tra i 15 e i 64 anni, gli italiani che almeno una volta nella vita, hanno giocato d'azzardo. A essere maggiormente coinvolta la popolazione maschile (circa il 50% a fronte del 29,2% delle donne). «I soggetti di età compresa tra i 25 ed i 34 anni sono quelli che hanno maggiormente dichiarato di avere giocato almeno una volta: il 55,1% dei maschi ed il 34,5% delle femmine», spiega Sabrina Molinaro dell'Ifc-Cnr.
«Lo studio - aggiunge - evidenzia soprattutto che ben il 10,8% dei giocatori, pari a un milione e mezzo di persone, prova l'impulso a giocare somme di denaro sempre più consistenti. Un fenomeno che riguarda il 13,1% degli uomini e l'8% delle femmine. Tra questi giocatori, il 5,3% nasconde addirittura l'entità del denaro speso ai familiari».
Il dato più preoccupante è però quello della rilevante parte che rientra nella vera e propria dipendenza da «gambling». «Nell'insieme dei giocatori il 19,8%, pari a tre milioni di persone, potrebbe sviluppare una dipendenza da gioco d'azzardo», ha sottolineato la ricercatrice aggiungendo che «il 12,4% è nella fascia a rischio minimo, il 4,6% a rischio moderato e lo 0,8%, ovvero 120mila persone, risulta avere un profilo da gambler».
La «febbre» del gioco non risparmia neanche i ragazzi. Circa il 40% degli studenti italiani alle scuole superiori, poco meno di un milione di iscritti, ha affermato di aver giocato con soldi almeno una volta nel corso del 2008. Sono i ragazzi a giocare di più rispetto alle coetanee, il 52,6% contro il 28,8%. Tra i giochi preferiti dai giovani di entrambi i generi risultano in pole position quelli tipo «gratta e vinci», seguiti da Lotto, Supenalotto e simili. Tipicamente maschili, invece, i videopoker (ci hanno giocato almeno una volta il 14% dei maschi e il 4% delle ragazze) e le scommesse sportive (30% dei ragazzi e appena il 3% delle studentesse). Tra gli studenti giocatori, il 69% ha speso nell'ultimo mese fino a 10 euro, il 24% tra gli 11 e i 50 euro ed il 7% dai 51 euro in su.
«Per il 30% circa degli studenti giocatori - conclude Molinaro - si rileva un profilo di gioco "a rischio" basso o moderato, per lo 0,4% si è evidenziato un profilo di rischio problematico. Anche in questo caso sono i ragazzi a far rilevare i profili più gravi». Circa il 5% dei ragazzi ammette di essere tornato a giocare sperando di recuperare i soldi persi.
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