Le nozze-spot dei Maneskin col cattivo gusto

Damiano, Vittoria, Thomas ed Ethan vestiti di bianco, ognuno con un mazzo di fiori rossi, hanno attraversato la navata del teatro Brancaccio di Roma e raggiunto l'altare per pronunciare il fatidico sì

Le nozze-spot dei Maneskin col cattivo gusto

Alla fine il rock vive di trasgressione. E dopo aver visto Ozzy Osbourne staccare la testa a morsi a un pipistrello, i Velvet Underground farsi di eroina durante i concerti o Iggy Pop farsi frustare mentre canta, non c'è più molto di cui restare stupiti. Dove finisca l'arte e la libertà e dove inizi il cattivo gusto o il sanzionabile dalla legge (Heroin dei Velvet resterà una delle canzoni più belle di un'epoca) va deciso di volta in volta. Ieri buoni ultimi, da epigoni degli epigoni, si direbbe in altri ambiti con meno pailettes sui capezzoli e costose chitarre rotte, i Måneskin hanno messo in scena quello che è stato definito il primo «matrimonio poligamo della storia».

Serviva per lanciare il loro nuovo album Rush!. Damiano, Vittoria, Thomas ed Ethan vestiti di bianco, ognuno con un mazzo di fiori rossi, hanno attraversato la navata del teatro Brancaccio di Roma e raggiunto l'altare dove ad aspettarli c'era l'ex direttore di Gucci, Alessandro Michele, che ha officiato il rito, e hanno pronunciato il fatidico sì. E intanto, per non farsi mancare niente, hanno invitato tutti quelli che era giusto invitare per essere visibili. Tra gli altri, Baz Luhrmann, Fedez, Manuel Agnelli, Machine Gun Kelly, Dybala, Sabrina Impacciatore, Paolo Sorrentino... Ovviamente davanti alla carnevalata, all'unione eterna in nome del rock'n'roll , apriti social... «Sono geni della trasgressione» Vs «Ma che è 'sta cafonata? Esiste un colpevole di questa ca*ata?» (copy l'onnigiudicante Selvaggia Lucarelli). Non c'è che dire: lancio perfetto, il giochino di épater le bourgeois ormai è un automatismo.

E prima che qualcuno si precipiti a parlare di offesa alla sacralità è forse meglio chiedersi se il problema è il sapore di plastica che lascia in bocca la faccenda. Chi scrive batte il piedino con le canzoni dei Måneskin e non c'è bisogno di definirli un insulto all'arte come ha fatto Uto Ughi.

Però quando The Cramps suonavano nei manicomi coi pazzi era un'altra cosa, rischiavano di farsi svitare il cranio, gli ospiti erano da camicia di forza... Il resto è Festival della canzone. Dove - lo ha annunciato ieri sera Amadeus al Tg1 - i Måneskin saranno super ospiti di una serata, giovedì sera. E anche questo, non stupisce più di tanto ormai.

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