La nube è sull’Italia Ma gli aerei volano lo stesso

A decollare - puntualissimo - è sempre e solo lui: il paradosso. Ieri sera la nube proveniente dal vulcano il cui nome pare uno scioglingua è arrivata sull’Italia. E che cosa succede? Bloccati gli aerei? No, l’opposto: «Non sono previsti nuovi stop ai collegamenti aerei italiani, anche se la nube di cenere vulcanica proveniente dall'Islanda si sta dirigendo verso l'Italia», dice il ministro dei Trasporti Matteoli. Ma come, quando la nube era lontana gli aerei sono rimasti a terra e ora che la nube ce l’abbiamo sulla testa si vola regolarmente? I viaggiatori continuano a rimanere a mezz’aria, anche perché lo stesso Matteoli ha differito ad altra data lo sciopero proclamato da varie sigle sindacali nel settore aereo per dopodomani.
Gli esperti ieri pendevano tutti dalle «labbra» del famigerato computer che calcola precisamente (precisamente?) lo spostamento della nube: «La cenere, proveniente da Sud Ovest, invaderà il Mediterraneo occidentale fino alla Sardegna ed alla Corsica, e coprirà, inoltre, anche il Piemonte, la Liguria e gran parte della Lombardia, entro le ore 14». Parola di Vaac (Volcanic Ash Advisory Centres). C’è da fidarsi della previsione di una macchina? Certo è che, anche quando parlano gli uomini, molte domande restano senza risposta. Prendere, ad esempio, la «spiegazione» fornita dal climatologo dell'Enea, Vincenzo Ferrara: «L’area da monitorare costantemente - spiegano gli esperti - corrisponde alla parte inferiore della nube (al di sotto dei 6000-6500 metri di quota). È questa infatti il livello di altitudine che presenta maggiori rischi per la navigazione aerea». Ma ieri la nube dello scandalo era proprio annunciata in quella fascia a rischio di 6000-6500 metri. E allora se la situazione era «a rischio», come mai è stato consentito agli aerei di volare? Delle due l’una: o nei giorni scorsi c’è stato un eccesso di zelo nel bloccare gli aerei oppure questa storia dell’altitudine «a rischio» è una bufala.
Fino a ieri sera, comunque, l’Enac (l’organismo responsabile per i voli civili) non sembrava preoccupato: «I nostri scali sono operativi. Se decideremo di limitare gli spazi aerei italiani, ne daremo tempestiva comunicazione». In mattinata il Met Office inglese - centro di controllo utilizzato da tutte le autorità aeronautiche europee per i provvedimenti di apertura o meno degli spazi aerei in presenza di eruzioni vulcaniche - aveva rielaborato le sue rilevazioni sul tasso di concentrazione delle ceneri, circoscrivendo maggiormente densità ed estensione della nube. Sulla scorta di questa analisi l’Enac ha quindi rivisto il perimetro degli spazi aerei da interdire in caso di presenza di nubi vulcaniche e ha verificato l’opportunità di modificare la composizione delle traiettorie degli aerei e le loro quote di volo. Si sta infine esaminando la richiesta di Alitalia di effettuare con propri velivoli e piloti, senza passeggeri a bordo, voli di ricognizione nelle aree eventualmente interessate dalle ceneri. Di una cosa però i tecnici sembrano sicuri: «Le polveri in arrivo sull’Europa meridionale si sono formate la settimana scorsa, quando era aumentata l’attività eruttiva in Islanda. Stimiamo che questa nube potrebbe creare disagi per almeno due settimane».
Intanto ieri Marocco, Turchia, Spagna ed Portogallo sono stati costretti a chiudere ancora una volta alcuni aeroporti, in particolare quelli sulle isole dell'Atlantico.
A conferma che in alta quota tira proprio una brutta aria, è arrivato pure il malore di un pilota di un volo Air France decollato lunedì da Perpignan e diretto a Parigi: l'Alter, uno dei sindacati della compagnia di bandiera francese, ha raccontato che in cabina «è stato avvertito un odore di zolfo e uno dei piloti è stato colto da vertigini» per quella che è sembrata la conseguenza dell'attraversamento della nube di cenere prodotta dal vulcano islandese. «Il fenomeno olfattivo è stato riscontrato solo nella cabina di pilotaggio, i passeggeri non hanno sentito nulla», ha aggiunto il sindacato. Si tratta di un caso che suscita perplessità, considerando che «l'aria della cabina di pilotaggio è la stessa dei passeggeri», ha spiegato all'Agi il presidente dell'Anpac, Stefano De Carlo.

Al suo arrivo nell'aeroporto della capitale francese, il velivolo è stato oggetto di un controllo «particolare», ha sottolineato la compagnia, ma «nessuna anomalia sia nelle parti esterne che nei motori ha permesso di stabilire che l'aereo abbia attraversato le ceneri vulcaniche».
Tanto fumo per nulla.

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