Se la Lombardia vuole rimanere una delle Regioni più manifatturiere del mondo, deve diventare autonoma nel suo fabbisogno energetico. Ma le sole rinnovabili non bastano: bisogna prendere in considerazione anche il nucleare di ultima generazione. «Se vogliamo arrivare all'autonomia - assicura il governatore Attilio Fontana, non possiamo escludere nessuna fonte. In Lombardia abbiamo una platea importante di aziende che hanno bisogno di energia a prezzi competitivi. Quindi è vitale per noi garantire l'approvvigionamento anche con il nucleare». Non solo. «Non si può escludere una possibilità che risolverebbe tanti problemi in Lombardia e nel Paese - aggiunge - soltanto sulla base di posizioni ideologiche».
Un muro contro muro con il Comune. Perché il sindaco Giuseppe Sala è convinto che sarebbe meglio accelerare sulle rinnovabili, visto che il nucleare «potrebbe contribuire all'innalzamento dell'autonomia energetica del Paese, ma non ridurrebbe il costo di produzione dell'energia». Ma la Lombardia, come spiega l'assessore allo Sviluppo economico Guido Guidesi, è già in prima linea sulle rinnovabili: «Stiamo facendo un gran lavoro sul solare, sull'agricoltura e sull'idroelettrico. Ma non basterà mai: l'unica cosa che ci può rendere autonomi è il nucleare». Mentre per il segretario di Forza Italia Antonio Tajani «Milano, che è la capitale economica, non può avere un sindaco che dice no al nucleare che, invece, rappresenta il futuro ed è una fonte energetica pulita». Oggi non si parla più di centrali invasive per il territorio e rischiose per la salute dei cittadini. «L'evoluzione tecnologica potrebbe portarci ad avere dei micro-reattori modulabili che potrebbero servire i nostri distretti produttivi tanto da farli diventare autonomi con un'energia pulita, sicura e a minor costo» aggiunge Guidesi. Il principio guida è sempre quello della neutralità tecnologica, applicato anche all'energia. Anche perché la Lombardia può contare su una filiera «che già serve i più importanti player dell'industria nucleare del mondo prosegue l'assessore - Sul servizio e sulla componentistica, disponiamo di un grande know-how che fin qui è stato utilizzato dagli operatori esteri, a cominciare dai francesi. Speriamo di poterlo sfruttare anche noi». Stesso discorso per quanto riguarda la ricerca che vede in Lombardia già attivi il Politecnico di Milano e l'Università di Pavia che ha l'unico centro di ricerca sul nucleare della Regione. Un esempio arriva dal settore siderurgico, «la cui competitività è messa a rischio dalla sovrofferta cinese, ma soprattutto dai costi energetici - prosegue l'assessore -. Le aziende hanno già fatto la transizione ambientale, visto che il 90 per cento della nostra siderurgia utilizza forni elettrici. Ma ciò comporta dei costi di produzione che sono il doppio o il triplo rispetto ad altri Paesi. E questo, nel medio termine, non ci renderà competitivi». Sui reattori le sperimentazioni sono già in corso, ma le tempistiche sono ancora tutte da definire. Anche sul nucleare la Lombardia si prepara a fare sponda con altri territori, in particolare con Liguria e Piemonte, nel solco di una strategia - quella di creare alleanze - che Guidesi sta progettando con le Regioni estere più produttive. Un tavolo all'interno di questo rinnovato triangolo industriale italiano già c'è e lì «abbiamo già sviluppato l'idea di ragionare su una filiera dell'industria energetica del nucleare con tutte e tre le Regioni» osserva Guidesi, convinto che in questo momento la ricerca debba andare avanti.
Sempre «nel principio di piena neutralità tecnologica, continuiamo a sostenere il fatto che in qualsiasi situazione e per qualsiasi obiettivo, non ci possa e non ci debba essere una strada omologata - conclude - La capacità di sviluppo e la fiducia che da sempre esprimono i nostri ecosistemi, fatti da aziende, università e centri di ricerca e soprattutto dall'ingegno dei nostri imprenditori, ci sorprende continuamente e positivamente: lasciamoli liberi di agire».
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