Nucleare, la sinistra boccia Veronesi

L’oncologo, da sempre favorevole all’atomo, nominato presidente dell’Agenzia per la sicurezza che dovrà scegliere i siti. Ma il Pd lo boccia: "Fa la foglia di fico, non gli interessi degli italiani". E chiede le sue dimissioni

Nucleare, la sinistra boccia Veronesi

L’Agenzia per la sicurezza nucleare riempie la prima casella, quella del presidente. L’oncologo Umberto Veronesi ha accettato «volentieri» di guidare la nascente struttura. Quasi in contemporanea è giunto il placet istituzionale: nel corso di una riunione al ministero dell’Ambiente tra i ministri dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, e dello Sviluppo economico, Paolo Romani, è stata espressa «grande condivisione» sulla figura prescelta. Adesso, si attende soltanto il rientro del premier Silvio Berlusconi per le altre nomine e il decreto della presidenza del Consiglio dei ministri (Dcpm) per l’ufficializzazione. Nel frattempo il Pd - di cui Veronesi è senatore - avverte che non basta la sua figura a far ingoiare una «scelta sbagliata» come quella del ritorno al nucleare. «Mi è stata richiesta la disponibilità - osserva Veronesi - e ho accettato volentieri». I nuovi reattori, aggiunge, «sono bellissimi, potenti, e non c’è alcun dubbio sulla loro sicurezza. Ci vorranno 4 anni per la primissima attività».
Dall’incontro tra Prestigiacomo e Romani è emersa anche l’urgenza della composizione organica dell’Agenzia affinchè possa diventare operativa in tempi brevi. Il primo passo dell’Agenzia dovrà essere quello di indicare i siti. Con il rientro del presidente del Consiglio Berlusconi la prossima settimana, «si potrà procedere - avvertono i ministeri interessati - con i successivi adempimenti, proseguendo nell’attivazione del programma di rientro nel nucleare deciso dal Governo» privilegiando «l’informazione, la sicurezza e la condivisione delle scelte sul territorio». Ma per il Pd «non basta Veronesi a rendere accettabile una scelta anti-economica - afferma Stella Bianchi, responsabile economia ambiente del Pd - tanto più che l’Agenzia è chiamata» anche «alla localizzazione dei siti». Sulla stessa linea, il responsabile green economy del Pd, Ermete Realacci, che avverte: Veronesi «non potrà essere la foglia di fico che renderà possibile una scelta contraria agli interessi dei cittadini». E i senatori ecodem, Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, ne attendono le dimissioni «quanto prima da parlamentare» anche perchè le nomine dovrebbero essere «tecniche e non politiche».
Il senatore leghista, Fabio Rizzi, ritiene invece la nomina di Veronesi «un disastro».

La riunione al ministero, in ogni caso è servita, anche a fare il punto della situazione tra i due ministri sulle questioni aperte che si pongono a cavallo delle competenze: le rinnovabili, l’approvazione di un decreto per il fondo rotativo per il protocollo di Kyoto (600 milioni), la mobilità sostenibile (sostegno ai veicoli elettrici e ibridi), lo sviluppo sostenibile e la ricerca nelle tecnologie.

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