I «pacifisti» a senso unico ci riprovano a mettere in piedi una nuova flottiglia per sbarcare a Gaza. Gli amici italiani di Hamas sono in prima linea. Si incontrano con i diplomatici turchi dell'ambasciata a Roma e annunciano che sono già pronte sei navi delle 20 previste. L'istituto israeliano per l'antiterrorismo di Herzilya denuncia che si tratta di «una nuova flottiglia della guerra santa» pronta a salpare in settembre e punta il dito contro gli organizzatori italiani.
Il 7 giugno l'ambasciata della Repubblica turca a Roma apre le porte ad una variegata delegazione. Ne fanno parte Mohammad Hannoun, dell'Associazione palestinesi in Italia, Izzeddin el-Zir, presidente dell'Unione delle comunità islamiche in Italia, e rappresentanti di centri musulmani vari. All'incontro ci sono anche Angela Lano e Manolo Luppichini, giornalisti militanti fermati dagli israeliani a bordo della flottiglia che il 31 maggio aveva cercato di rompere l'embargo attorno a Gaza. L'intervento dei corpi speciali israeliani e la violenta reazione di militanti turchi mascherati da umanitari provocò nove morti.
Adesso ci riprovano, dopo aver incontrato Semih Lütfü Turgut, consigliere turco che viene presentato come facente funzione dell'ambasciatore. Secondo il resoconto del sito Infopal, filo palestinese, il diplomatico di Ankara avrebbe dichiarato agli ospiti che «togliere l'assedio (a Gaza, nda ) è l'obiettivo principale della Freedom Flotilla. Un altro obiettivo era quello di rivelare il vero volto di Israele, che è venuto fuori durante e dopo l'attacco alla flotta umanitaria».
Hanno un, palestinese con cittadinanza italiana, ha ringraziato il governo turco per il sostegno e annunciato «l'allestimento della Freedom Flottilla 2, che si comporrà di circa 20 navi e 5000 passeggeri». Secondo lui «sono già pronte sei navi e si partirà a settembre ». Hannoun è pure fondatore dell' Associazione Benefica di Solidarietà con il popolo palestinese (Abspp) che ha sede a Genova. Sul sito della onlus si raccolgono fondi per la nuova flotta, da depositare presso la Banca popolare etica. Il 5 luglio i filo palestinesi hanno acquistato la loro barca per Gaza, ma «ora ci tocca pagare la prima rata del 15% e tra due settimane il resto», scrivono in rete.
Jonathan Fighel, ricercatore dell'Istituto internazionale per l'antiterrorismo di Herzilya, punta il dito contro «la nuova flottiglia della guerra santa». L'onlus di Genova è affiliata al cartello internazionale «Unione del bene», guidato dal leader della Fratellanza musulmana Youssef Qaradawi. Secondo Fighel i fondi raccolti in beneficenza sono finiti come «compenso sociale» alle famiglie dei terroristi palestinesi. Poco tempo fa la procura di Genova aveva archiviato un'inchiesta nei confronti di Hannoun per associazione con finalità di terrorismo.
Lo stesso italo-palestinese aveva però ammesso: «Fra i nostri assistiti ci sono pure figli di kamikaze, ma questo non è certo un reato». Gli israeliani, invece, hanno sequestrato «lettere, appunti, ricevute bancarie e altro materiale che provano come l'onlus di Genova Abspp abbia garantito donazioni e appoggio finanziario» a organizzazioni caritatevoli, al bando in Israele, che servono da copertura per Hamas.
Fighel denuncia che i soldi giunti anche dall'Italia «venivano poi distribuiti in quote mensili alle famiglie degli attentatori suicidi, a quelle dei prigionieri di Hamas (nelle carceri israeliane, nda ) e dei terroristi». www.faustobiloslavo.eu- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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