Nuova luce sui capolavori di El Greco

Dopo un restauro finanziato dalla fondazione Paola Droghetti, è possibile ammirare a Palazzo Barberini due splendidi dipinti di El Greco, gli unici presenti a Roma del pittore cinquecentesco Domenico Theotokopoulos, diventato per tutti El Greco dopo il suo stabilimento in Spagna nel 1576. Si tratta del Battesimo di Cristo e dell’Adorazione dei pastori, acquistati sul mercato antiquario siciliano nel 1908 dal soprintendente Hermanin e destinati alla Galleria Nazionale d’Arte Antica. Secondo alcuni critici dell’epoca, non si trattava di opere autografe, ma ora non ci sono più dubbi sull’autenticità. Le indagini riflettografiche hanno confermato per entrambe le tele una stesura pittorica eseguita di getto e una libertà di composizione che non possono che appartenere al grande maestro. La pulitura ha fatto riemergere da sotto le vernici ingiallite e appannate dal tempo i suoi tipici colori dai bagliori argentei, premonitori della grande pittura spagnola seicentesca. Tipica è pure la sua tecnica che fa uso di zone nere ai lati delle figure per ottenere un effetto scultoreo e insieme visionario. I due dipinti sono bozzetti o memorie che il pittore teneva nel suo studio per rammentare in piccolo opere più grandi, appartenenti a una serie di sette grandi dipinti di un altare (poi smembrato fra diverse sedi) di un collegio madrileno. Non sono opere che riflettono l’attività italiana del pittore che, nato nel 1541 a Creta, si trasferì a Venezia nel 1565, ma risalgono al periodo spagnolo della fine del ’500, quando El Greco era nel pieno della sua carriera.
In effetti sono opere coinvolgenti, concepite come delle fiammate che salgono e investono tutto. Per quanto riguarda il Battesimo di Cristo, facendo i confronti con il grande Battesimo ora conservato al Prado, tutto appare un po’ più mosso, meno definito. Le figure allungate si ergono drammaticamente in una sorta di ascensione spirituale.

Nell’Annunciazione si nota come il viso della Madonna sia derivato da Jacopo Bassano, artista veneto cui El Greco deve molto, oltre che a Tintoretto e a Tiziano. Certo è estremamente più moderno nel modo di dipingere i particolari con un vivace sbattimento di colore e di luce, che anticipa di secoli la pittura impressionista.

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