Lunedì nero a Wall Street per i principali player legati all’IA. A innescare le vendite è il caso della startup cinese DeepSeek, il cui successo sta mettendo in allerta i giganti della Silicon Valley che negli ultimi due anni hanno prosperato sull’euforia legata al boom dell’intelligenza artificiale.
DeepSeek si è rapidamente distinta per la sua innovazione, realizzando modelli che, con risorse limitate, competono con i colossi statunitensi. L’azienda cinese ha guadagnato attenzione per la sua capacità di ottenere alte prestazioni con hardware meno costoso, sfidando le limitazioni imposte dalle sanzioni tecnologiche e dimostrando quindi che l’ingegno può superare certe barriere.
Il nuovo modello proposto dalla cinese DeepSeek sta mettendo così tanto in apprensione le big tech Usa in quanto richiede minori investimenti nelle infrastrutture di intelligenza artificiale. La prospettiva di una tecnologia più efficiente dal punto di vista energetico e capace di girare su processori meno potenti rispetto a quelli necessari con la tecnologia statunitense alimenta inevitabilmente i timori di un nuovo status quo per l’IA.
La reazione scomposta dei mercati. Cigno nero per tutto il tech Usa?
Il Nasdaq Composite è arrivato a cedere il 3%, mentre l'S&P 500 cede l'1,5%. Tra i singoli titoli spicca il crollo del 17% di Nvidia che perde così lo scettro di maggiore società al mondo per valore di mercato. Molto male anche Broadcom con -13%. Considerando la somma delle perdite di Nasdaq e del sottoindice tecnologico europeo, oggi stanno andando in fumo oltre 1.000 miliardi di capitalizzazione di mercato.
DeepSeek ha presentato il suo ultimo modello R1 che è capace di raggiungere prestazioni paragonabili, se non migliori, rispetto a GPT-4 di OpenAI, ClaudeAI e Llama 3.1 di Meta, a costi decisamente inferiori. DeepSeek rischia di essere il cigno nero per il settore tech dei Wall Street? Presto per dirlo. Di certo DeepSeek è un po’ la Temu per ChatGPT, Claude e CoPilot. “Crediamo che i principali attori nel mondo dell’intelligenza artificiale (OpenAI, DeepMind, Google, Meta AI, Anthropic, Stability AI) prenderanno spunto da DeepSeek per rivedere i propri processi, utilizzando meno hardware (ovvero le gpu) ma ottimizzando con le scelte fatte dalla start-up cinese”, asserisce Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia.
Nvidia è il colosso che rischia di più
Ciò che salta all'occhio è l'efficienza in termini di costi. DeepSeek ha addestrato il modello utilizzando hardware significativamente meno potente, in particolare i chip H800 di Nvidia, e con una spesa complessiva molto inferiore rispetto agli standard abituali. Con circa 55 milioni di dollari, DeepSeek ha raggiunto ciò che molti pensavano richiedesse centinaia di miliardi.
"Nvidia, attore chiave nel mercato dei chip per l’AI, ha a lungo beneficiato della domanda insaziabile per le sue GPU ad alte prestazioni. Tuttavia, la capacità di DeepSeek di fornire modelli di AI competitivi utilizzando meno chip e modelli meno recenti ha sollevato preoccupazioni su un potenziale rallentamento della domanda per i prodotti premium di Nvidia", argomenta Giacomo Calef, Country Head Italia di NS Partners. Gli analisti prevedono che, se altre startup replicassero l’approccio orientato all’efficienza di DeepSeek, la crescita dei ricavi di Nvidia potrebbe affrontare significativi ostacoli.
In generale, l’ascesa di DeepSeek mette in discussione l’assunto prevalente che lo sviluppo avanzato dell’AI richieda risorse di calcolo massicce e hardware all’avanguardia. Dimostrando che efficienza e innovazione possono superare la potenza di calcolo grezza, la società ha costretto a una rivalutazione della traiettoria del settore dell’IA.
Un cambio di scenario che potrebbe spingere i giganti tech statunitensi a ripensare le loro strategie, portando potenzialmente a un’ondata di riduzioni dei costi e innovazioni focalizzate sull’efficienza. “Inoltre – aggiunge Calef - il modello open-source di DeepSeek, che consente l’uso commerciale gratuito e lo studio, potrebbe accelerare la democratizzazione della tecnologia IA, intensificando ulteriormente la competizione”.
OpenAI e la minaccia cinese
Gli investitori si stanno rendendo conto soltanto in queste ore della minaccia rappresentata da DeepSeek. I modelli DeepSeek-R1 e DeepSeek-V3, secondo i benchmark riportati, superano modelli di punta come quelli di OpenAI in ambiti specifici, come la matematica e la programmazione, utilizzando una frazione delle risorse. “Questo implica che DeepSeek può offrire prestazioni simili a costi operativi molto più bassi, minacciando la posizione di mercato di OpenAI che si basa su modelli più costosi da addestrare e mantenere (si parla di un risparmio di 50X)”, rimarca Paolo D'Alfonso di The Lighthouse, ufficio studi Finint Private Bank.
DeepSeek ha inoltre reso i suoi modelli open-source, il che permette a sviluppatori e aziende di utilizzare, modificare, e migliorare il modello senza il costo delle licenze. Questo potrebbe attrarre una comunità globale di sviluppatori, riducendo la dipendenza da soluzioni proprietarie come quelle di OpenAI.
“Con l’approccio open-source – aggiunge D’Alfonso - DeepSeek offre una trasparenza che contrasta con i modelli chiusi di OpenAI, rendendo il processo di ragionamento e sviluppo più accessibile, il che può minare la fiducia nei modelli di OpenAI percepiti come meno trasparenti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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