
«Ti piace?». «E io non mi stancherei mai di guardarla» risponde Alberto Sordi in Io e Caterina. «E prendila anche tu, io ho dato un calcio nel culo a mia moglie e a tutte le cameriere e vivo bene». Oggi un dialogo così sarebbe bollato come sessista. Ma anche in The Big Bang Theory a un certo punto i protagonisti rimuginano su un vecchio taccuino su cui i giovani scienziati avevano appuntato possibili progetti futuri. «Dunque, fidanzata robot… prostituta robot…» legge Howard. «Ma che bisogno hai di una prostituta robot se hai una fidanzata robot?». «Che domande, con la fidanzata non fai le stesse cose che fai con la prostituta robot!».
Comunque, fuori dalla fiction, AI e robot umanoidi non sono settori separati, era ovvio che le big tech di AI avrebbero cercato corpi. Google punta su Apptronik, Amazon su Agility Robotics, Elon Musk fa tutto da solo, e Zuckerberg? Secondo Bloomberg Meta ha iniziato a interloquire con diverse società, come Unitree Robotics e Figure AI Inc.
Invece nel progetto europeo Concert, guidato dall’Istituto Italiano di Tecnologia, è stato sviluppato un robot in grado di aiutare gli operai nei cantieri edili: può trapanare a alte quote, sollevare carichi troppo pesanti per gli umani, applicare materiale isolante su ampie superfici. In questo caso però non spuntino fuori gli antimoderni: nell’industria le macchine si sono sempre usate (i robot nelle industrie automobilistiche ci sono da anni), e lo stesso luddismo nacque come protesta per i telai meccanici, che all’epoca sembravano robot. Prendiamo il robot di Stial Steven: lucida meglio di un artigiano esperto. Bracci robotici che lo facevano c’erano già, ma Stial Steven è più preciso. Credo che lo sconcerto nasca dalla forma umanoide.
A Tokyo invece la fusione tra robot e AI non l’hanno presa bene. Tayakui Todo ha creato un’opera diventata virale con due cani robot incatenati e molto minacciosi in una non precisata galleria che cercano di attaccare i visitatori ma restano bloccati dalle catene. In ogni caso sui social giapponesi è scoppiato un dibattito, chi esprimendo paura verso il poter delle AI, chi vedendoci la metafora di una nuova era di potere e sfruttamento. Questa notizia mi ha incuriosito, perché io sono sempre stato convinto che i giapponesi stessi siano dei robot.
È vero, i turisti giapponesi hanno sempre fotografato tutto, un tempo con macchine fotografiche, adesso con gli smartphone, ma secondo me è sempre stato un trucco per non farci scoprire che avevano le fotocamere integrate.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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